Accade quando il suo spirito indomito di grande combattente, prende il sopravvento sullo stato di prostrazione e forse di solitudine, che sempre più spesso lo accompagna.
L’isolamento a cui volontariamente si è relegato, è un modo come un altro per tenersi lontano dalle brutte notizie e dai suoi uomini di partito che lo hanno abbandonato e che lui chiama ‘ingrati’. E’ un alibi per dare agli altri l’idea che che non è finito politicamente e che è pronto a scendere in campo fra un anno. Un anno è il tempo che il Cavaliere dà a Renzi che, secondo lui, nonostante la congiuntura economica internazionale favorevole, non riuscirà a far decollare l’economia italiana e sarà costretto ad abbandonare. In questo arco temporale , il vecchio leone lascerebbe intendere che sta elaborando un nuovo progetto per rifondare il nuovo centrodestra, modellato sui Repubblicani d’Oltreoceano, con uomini nuovi, senza più la vecchia guardia e lontano un miglio dagli ‘ingrati’. Questo conferma, ancora una volta, che Berlusconi non cede lo scettro, vale a dire che non contempla eredi e prefigura scenari irrealizzabili. Sembra non rendersi conto che pende sulla sua testa la legge ‘Severino’, che gli impedisce di candidarsi per sei anni, e , forse, è quest’obiezione che lo fa rinchiudere sempre più in se stesso, attorniato da quella sorta di cerchio magico, formato dalla Bergamini e dalla Rossi, tenta quantomeno di frenare l’emorragia di uomini, interna a Forza Italia , in vista delle prossime Regionali. Ma l’ex colonnello e filorenziano Verdini non ci sta e prepara le sue truppe di fedelissimi, in caso d’insuccesso alle amministrative di maggio, ad un eventuale ‘amorevole abbraccio’ dei renziani. Dall’altra parte di FI, il ribelle, eurodeputato, Raffaele Fitto, pur ribadendo di non voler lasciare Forza Italia, ha schierato le sue truppe, presentando una lista, alle regionali pugliesi, in appoggio al candidato Governatore, Schittulli, che ha già detto, No!, a Berlusconi senza i fittiani. Allo stato,però, sembrano ci siano in corso tentativi di mediazione, portate avanti da Matteoli e Romani. Sembra ormai lontano il tempo di quando il Cavaliere con una telefonata metteva tutti d’accordo o riuniva i suoi, intorno al suo desco di Arcore, e gli imponeva le scelte. Oggi al suo desco non siedono nemmeno più quelli che fino a qualche mese fa, accusavano gli altri di tradimento. E’ innegabile però che Berlusconi non ha perso la capacità di guardare lontano, peculiarità tipica del grande imprenditore, di saper leggere nel futuro e questo lo si evince quando dice che i partiti si scioglieranno, che saranno le associazioni, le fondazioni a dar vita a movimenti politici, di destra o di sinistra, sullo stile anglosassone. Del resto lo stesso Premier parla di un disegno di legge che dovrebbe trasformare molte associazioni in agenzie nazionali, cui poter affidare molte funzioni dello stato, così da rendere più snella la macchina amministrativa e limitare quello stato di asfissia generato dalla burocrazia. Il vecchio leader ha capito che la gente percepisce i partiti, ormai come delle entità astratte e lontane, non più in grado di interpretare le istanze popolari e di soddisfarne i bisogni. Ma nonostante questa sua grande capacità di guardare lontano, oggi non si rende conto che alle prossime amministrative di maggio la sua amata Forza Italia rischia di scendere al di sotto del 10%, con grande soddisfazione del’ nuovo’ neofascista, al secolo Matteo Salvini.