La ministra alle riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati intervenuta al Festival dell’economia organizzato dal Gruppo 24 ore e da Trentino marketing per conto della Provincia di Trento.
“Oggi si continua a figurare un duello che non c’è tra Meloni e Mattarella. Questa riforma non riguarda l’attuale governo ma la prossima legislatura e il prossimo Capo dello Stato”. Così il ministro delle Riforme, Elisabetta Casellati, ospite del Festival dell’economia a Trento, rispedisce al mittente la narrazione delle opposizioni sul premierato. Nessuno scippo al Colle, nessuna deriva plebiscitaria, nessun uomo solo al comando.
”Le prerogative del presidente della Repubblica rimangono intatte”, sottolinea la ministra sulla riforma che porta il suo nome, in questi giorni in discussione al Senato. “C’è una Costituzione che elenca i poteri e nessuno di questi viene toccato. Il Consiglio superiore della magistratura, il Consiglio supremo di Difesa, lo stop alla promulgazione delle leggi, i poteri di controllo. Questa riforma – spiega la ministra – cerca di rimediare e portare soluzione alle crisi”.
“Non è responsabilità del presidente della Repubblica risolvere le crisi politiche. Lui ha poteri di controllo come garante dell’unità. Il presidente del Consiglio, invece, ha un ruolo di indirizzo politico. Non può essere il presidente della Repubblica a risolvere problemi politici. Sono ruoli diversi, così dice il disegno di legge che ha modificato solo 7 articoli. Anche gli organi di garanzia non vengono toccati. Si rafforzano solo i poteri del premier con la legittimazione popolare della sua elezione”.
“Mi auguro ci sia un cambio di clima ma le premesse finora non sono incoraggianti”, spiega Casellati ricordando di aver fatto “di tutto” per coinvolgere le opposizioni. “Per un anno ho ascoltato le loro posizioni. Sono partita dal semipresidenzialismo, ma dopo il loro secco no ho virato sul premierato. Ci sono stati tentativi di migliorare la stabilità del governo per 40 anni, è arrivato il momento che si cambi”.
I numeri parlano chiaro. “Negli ultimi 10 anni – osserva la ministra delle Riforme – abbiamo assistito a capovolgimenti con governi tecnici, nella scorsa legislatura ci sono stati 3 governi con maggioranze diverse. Sembrava che maggioranza e opposizione fossero vasi comunicanti, non si capiva più quale era l’una e l’altra, tutto ciò ha aggravato l’astensionismo”. Poi un passaggio sui senatori a vita, l’ultima crociata di Pd e 5Stelle. “Le opposizioni fanno ostruzionismo presentando emendamenti in cui dicono di volerne 10, 9, 8, 7… senatori a vita. Non è ostruzionismo questo, sembra la schedina del Totocalcio. Si dicono riformatori ma vogliono lasciare tutto com’è. Le opposizioni non hanno proposto un’alternativa. Ci siamo trovati con 2.600 emendamenti in commissione e 3.250 emendamenti in aula. Una cifra enorme, che significa che non vogliono che facciamo niente, che vogliono che il problema resti com’è, con tutti i suoi problemi, con tutte le sue patologie.
Neutralizzate anche le critiche di chi vorrebbe prima la nuova legge elettorale della riforma. “Mi sono consultata con diversi costituzionalisti. È incredibile pensare di avere una legge elettorale prima della riforma”, dice l’ex presidente del Senato al Festival dell’economia. “All’inizio avevo messo il 55% come premio, non ho pregiudiziali, ho ascoltato le critiche. Deve andare a braccetto con i principi di rappresentatività. Preferisco fare la legge elettorale nel passaggio dalla prima lettura al Senato alla prima lettura alla Camera, così avrò già un’idea. Io penso al 40%, ma la mia è un’opinione dentro i parametri della sentenza della Corte Costituzionale”.
Le opposizioni non hanno proposto un’alternativa. Ci siamo trovati con 2.600 emendamenti in commissione e 3.250 emendamenti in aula. Una cifra enorme, che significa che non vogliono che facciamo niente, che vogliono che il problema resti com’è, con tutti i suoi problemi, con tutte le sue patologie.
Indagini di carattere economico – ha aggiunto – ci dicono che negli ultimi dieci anni la instabilità politica nella successione continua di governi bastano i numeri, in 76 anni di storia repubblicana abbiamo avuto 68 governi della durata media di 14 mesi, questa instabilità ha provocato 265miliardi di euro sugli interessi del debito pubblico, quindi sono denari sottratti alle tasche degli italiani, sono denari sottratti agli investimenti di carattere economico, sono denari sottratti all’occupazione».
«Ecco l’importanza anche da questo punto di vista di una riforma come il premierato che potrà assicurare una visione alle imprese – conclude la ministra -, la possibilità di fare impresa, la fiducia dei mercati, attraverso anche appunto una credibilità di carattere internazionale, perché come si fa in una successione dei governi a garantire la continuità di un indirizzo politico negli incontri di carattere internazionale? Non è possibile».
Sul tema della stabilità è intervenuto durante l’intervista a Casellati anche il presidente di Aepi, Associazione europea professionisti e imprese, Mino Dinoi. «Per quanto ci riguarda – ha affermato – la ringraziamo e siamo al suo fianco, la stabilità determina certezza economica e politica, poi l’elezione diretta è tema di dibattito politico e non è ciò che compete a noi, ma se à stabilità ben venga l’elezione diretta del presidente del Consiglio, anche perché la finiamo con i ribaltoni».