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L’Africa rischia di diventare sempre più una colina cinese da un punto di vista commerciale. La Nigeria ha adottato lo yuan come moneta commerciale per favorire gli scambi commerciali con la Cina. L’accordo firmato a marzo con la Icbc, la più importante banca cinese, ha portato ad uno scambio di valuta valore di 2,5 miliardi di dollari in yuan. Quella di Abuja, nuova capitale in sostituzione di Lagos, è una scelta che segue quella già presa da altri paesi africani: in tutto sono quattordici Paesi e diciassette banche centrali hanno adottato lo yuan come moneta di riserva.
La Nigeria ha abbandonato il dollaro in seguito al crollo del prezzo del greggio del 2014. In quell’occasione il Paese africano era stato costretto a vendere i propri dollari sul mercato interbancario per aumentare la liquidità della moneta nazionale, la naira nigeriana.
L’introduzione della yuan servirà alla Nigeria per ripagare il suo debito con la Cina. Una situazione che investe quasi tutto il continente: si stima che Il 22% del debito pubblico dell’Africa sia contratto con Pechino ed adottando lo yuan si azzerano e comunque ridurrebbero i rischi derivati dal cambio e dalla fluttuazione dei valori monetari.
L’accordo con la Nigeria arriva dopo due anni di negoziazioni. In questo modo lo yuan diventerà la seconda moneta commerciale della Nigeria, tra le prime economie dell’Africa. Il patto arriva dopo un altro importante accordo siglato dalla Cina con l’Angola. Quest’ultima è il primo partner della Cina per quanto riguarda l’importazione di petrolio. Nel 2015 a Shanghai i due Paesi hanno siglato un accordo per cui la Cina può pagare in yuan il petrolio dell’Angola, il cosiddetto “petroyuan”. La Cina è il primo Paese al mondo importatore di greggio, con nove milioni di barili al giorno.
