Alan Friedman rivela che, a suo parere, ci sarebbe stato un ruolo attivo da parte di Giorgio Napolitano nella crisi del governo Berlusconi e nella sua sostituzione con Mario Monti. Questo getta forti dubbi sul modo di intendere l’altissima funzione di Presidente della Repubblica. Pertanto Renato Brunetta e Paolo Romano, rispettivamente capigruppo di FI alla Camera ed al Senato, richiedono chiarimenti e convincenti spiegazioni. Quello che scrivo emerge da un passaggio del libro del giornalista “Ammazziamo il Gattopardo” e riportato dal Corriere della Sera. A confermare la ricostruzione di Friedman è d’altra parte lo stesso Mario Monti: “Nell’estate del 2011 ho avuto dal presidente della Repubblica dei segnali perché mi aveva fatto capire che in caso di necessità dovevo essere disponibile”. Contestualmente a questa dichiarazione difende comunque l’operato di Napolitano, affermando che è assurdo che venga considerato anomalo che un Presidente della Repubblica si assicuri di capire se ci sia o meno un alternativa. Potremmo aggiungere che la lunghissima esperienza politica di Napolitano abbia potuto fungere da magica palla di vetro che anzi tempo vede ciò che poi accade. Carlo De Benedetti dal canto suo conferma che ad Agosto 2011 Mario Monti era suo ospite e si discusse della eventuale convenienza di accettare la proposta di Napolitano. Licia Ronzulli, portavoce della delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo, afferma che Napolitano non fu arbitro imparziale dell’accaduto ed agì esclusivamente per sostituire Berlusconi con il “tecnico” Mario Monti. Queste dichiarazioni forniscono anche una sponda utile ad i penta stellati da usare nel procedimento di impeachment in Parlamento. Riepilogando, Napolitano contatta Mario Monti che viene prontamente nominato senatore a vita. Allo stesso a metà novembre affida il mandato di Presidente del Consiglio in sostituzione di Silvio Berlusconi. Questi, asetticamente ripercorsi, sono stati i passaggi temporali. Una manovra che comunque non dette gli effetti sperati visto che i risultati di Monti sono stati altamente controversi. Con quella mossa Napolitano esautorò il diritto di voto degli italiani.