La politica del fare di Vito Bardi si afferma in Basilicata

Entusiasmo e soddisfazione nel centrodestra il giorno dopo la vittoria nettissima sulla coalizione avversaria, staccata di ben 14 punti, che conferma a guida della Basilicata il governatore uscente Vito Bardi con il 56,63% dei voti.  Il successo in Abruzzo  archivia definitivamente l’incidente della Sardegna e conferma che, .prima delle europee dell’8 e 9 giugno,  la coalizione che sostiene il governo Meloni appare in ottima salute.

“È  stata premiata una politica che ha dimostrato che quando si fanno cose concrete i cittadini rispondono a questo appello”. Così Bardi in conferenza stampa nella sede della Regione al termine di una campagna elettorale ‘non semplice ma intensa. Le persone sono stanche di ascoltare solo parole, vogliono vedere i fatti e poi sostengono chi realizza questi fatti. La vera sfida è continuare a fare questo tipo di politica. E possiamo farlo anche con questo campo allargato, sulla base della condivisione dei programmi, portando nuovi stimoli. Vi è una distanza tra le due coalizioni di circa 14 punti percentuali. Un dato rilevante che deve far riflettere, ed è importante per tutti quanti noi. Rispetto al 2019, in termini assoluti, si tratta di oltre 28mila voti in più. Il centrodestra nelle sue forze politiche registra un incremento nell’area di consenso che va dal 34,2 al 40,7  per cento”.

Dall’altro lato il voto popolare in Basilicata continua a premiare la formula di un governo che si materializza, appuntamento su appuntamento, sempre unito davanti agli elettori. A Potenza, nello specifico, è stato premiato un modello amministrativo che ha bilanciato ambiente e sviluppo consegnando degli indicatori – su occupazione e povertà – in netta controtendenza rispetto ai dati del Sud Italia. Parliamo, dunque, di fatti, progettazione e investimenti. Un tributo al buongoverno, dunque, sulla scia di ciò che è avvenuto in Abruzzo: segno che la ricetta della destra, da Nord a Sud, è matura e pronta ad agganciarsi al treno delle riforme istituzionali.

Un risultato che non avrebbe bisogno di troppi commenti se non fosse che l’agenda mediatica in questi giorni è tutta, o gran parte, occupata dagli strali della sinistra in difesa delle sue improbabili eroine (Ilaria Salis, Valentina Mira) e impegnata nella solita riedizione del 25 aprile permanente tanto ossessiva e ossessionata in certi talk show quanto assente nelle urne.

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