Questa mattina leggo di Politica ma sembra che la politica non esista più, o meglio la politica e un silenzioso bisbigliare tra le urla e le schermaglie verbali che i media amplificano senza fare sintesi.
Come in ogni bel film è il finale che cattura l’attenzione mentre la sintesi viene lasciata allo spettatore, ma la Politica non è per tutti e la sintesi di noi cittadini ignoranti, nel senso che ignoriamo tecnicismi e complessità di Palazzo, viene ad essere alterata e declassata a vincitori e perdenti in un confronto verbale, che troppo spesso sui media, si arena su questioni che con la politica istituzionale hanno poco a che fare e la “Vera Politica” che come flash si percepisce nei talk-show italiani si perde nelle schermaglie personali.
La Politica è un arte, quella di dedicarsi al bene del popolo costruendo un sistema di Leggi che possano essere “il bene di tutti” ma a differenza delle “leggi ideologiche” devono essere concrete realizzabili e fatte il modo che il rovescio della medaglia (ogni azione legge o evento ne hanno uno) sia il più mitigato possibile ma anche leggi che prevedano prima ancora di essere emanate un sistema di controllo. L’Italia avvolte mi sembra ragionare su un detto popolare che personalmente “aborro” (mi scuserà Mughini per avergli per aver usato un termine a lui caro) “Non fasciamoci la testa prima di essersela torta” che in un certo senso è vero ma portiamo sempre con noi un kit di primo soccorso altrimenti se succede rischiamo di morire per non aver preso precauzioni. Le leggi devono essere precedute da sistemi di controllo altrimenti ci si infila tra le pieghe della legalità per danneggiare il sistema Paese ed in Italia di esempi ce ne sono a bizzeffe.
Tornando alla mia lettura di questa mattina mi sono imbattuto nel titolo “In Onda, “il cerchio magico di Berlusconi”. Parte l’affondo di Carfagna ma Telese gela la ministra” leggo l’articolo e mi rendo conto che l’articolo intero è basato sul gossip del battibecco privo di informazione politica in un momento in cui parlare agli elettori è demandato ai media cadendo questa campagna elettorale in pieno agosto.
Dove è finita la politica come fanno gli elettori a decidere se non hanno informazioni se non hanno coscienza di quello che potrebbe accadere eleggendo l’una o l’altra parte, questa vuol essere un appello ai Media di tinteggiare con colori tenui il Gossip politico e di usare colori accesi per tinteggiare i veri contenuti evidenziando in un confronto i rovesci delle medaglie di ogni politica.
Nel talk politico de LA7 ieri sera una frase della Ministra Mara Carfagna mi ha colpito una frase che ha messo in luce la sua visione politica fatta, forse, di amore e dedizione genuino per il proprio paese senza esaltarlo senza degradarlo ma con la convinzione che il popolo italiano è un popolo, una nazione in grado di riscattarsi e tornare grande tra le grandi.
Parlando della Meloni, incalzato da Luca Telese, la Carfagna “È sicuramente una donna capace, ma ha una visione di Paese completamente diversa dalla mia. Non mi piace la sua tendenza a dividere il mondo in buoni e cattivi, in bianco e nero. E poi lei, come Salvini, scommette su un’Italia depressa, spaventata, isolata perché così raccoglie voti. Io invece scommetto su un’Italia consapevole della sua grandezza nel mondo. non è un mistero che Giorgia Meloni immagina un’Italia molto simile all’Ungheria di Orban piuttosto che alla Francia e alla Germania”.
L’Italia è un Paese ricco di storia cultura e ingegno bisogna fare in modo che tale risorse vengano valorizzate perché è il sottovalutare delle potenzialità di uno stato, di un popolo insinua nelle persone un tarlo che facilmente poi consente la messa al collo di un giogo facendoci diventare burattini del potere. Votare vuol dire esprimere il proprio parere, giusto o sbagliato che sia. Non si partecipa ad una competizione perché abbiamo la certezza di vincere, la competizione è un test per valutare il lavoro fatto e chi come la Carfagna partecipa alla competizione elettorale 2022 cambiando casacca, con ragioni a mio parere coerenti, testando, forse per la prima volta nella sua carriera politica l’operato personale.
Non sono un sondaggista, non sono uno stratega politico ma un semplice cittadino italiano che si augura al di là degli schieramenti che l’unico vero perdente sia il Partito del non voto, perché chi non vota denota un disinteresse, un apatia non nei confronti della politica dei palazzi ma nei confronti della propria casa chiamata ITALIA.