La prima casa diventa pignorabile. Lo ha deciso la maggioranza che sostiene il governo Renzi che ha bocciato le mozioni dell’opposizione che chiedevano di sospendere le procedure di espropriazione relative a immobili adibiti ad abitazione principale. Formalmente c’è stato un via libera dell’Aula della Camera alle mozioni di maggioranza sulle iniziative volte a sospendere gli espropri delle prime case. Ma i testi approvati, di fatto, non garantiscono nulla. Sostanzialmente impegnano il governo a valutare l’opportunità di adottare iniziative di rango normativo per individuare misure di natura economica per la gestione dei mutui ipotecari per la prima casa in sofferenza, con particolare riferimento ai nuclei familiari, soprattutto quelli numerosi, che si trovano in situazione di temporanea insolvenza. Un ulteriore impegno, previsto dalla mozione del Pd, impegna il governo a valutare l’opportunità di effettuare un’analisi approfondita al fine di definire le misure da mettere in campo per arginare il fenomeno dei pignoramenti degli immobili adibiti ad abitazione principale. Tutti respinti i documenti della opposizione, volti a bloccare gli espropri delle prime case. E’, quindi, possibile perdere la prima casa anche per un piccolo debito, e sorprende che il governo per dare parere favorevole alla mozione chieda che venga tolto proprio il primo punto che parla, non a caso, di impignorabilità della prima casa. Ciò in flagrante contraddizione con quanto disposto sia dal decreto-legge ‘del fare’, in cui all’articolo 52 si dice chiaramente che l’agente della riscossione non può dare corso all’espropriazione se la casa è l’unico immobile di proprietà del debitore, sia con la sentenza della Corte di cassazione, del 12 settembre 2014, che stabilisce l’impignorabilità da parte di Equitalia.
Cocis