La professione della signora Warren

Dal 22 aprile al 3 maggio al Teatro Mercadante di Napoli  è di scena lo spettacolo La professione della signora Warren di George Bernard Shaw con la regia di Giancarlo Sepe, che firma anche la traduzione e l’adattamento del testo. Protagonista della pièce, nel ruolo della signora Kitty Warren, è Giuliana Lojodice, affiancata da Giuseppe Pambieri nei panni di sir George Crofts, con Pino Tufillaro (Praed), Fabrizio Nevola (Frank), Federica Stefanelli (Vivie Warren), Roberto Tesconi (Il reverendo Samuel Gardner). Le scene e i costumi sono di Carlo de Marino; il disegno luci di Gerardo Buzzanca; la colonna sonora è a cura di Harmonia Team; le musiche originali sono di Davide Mastrogiovanni. Una produzione L’isola ritrovata in collaborazione con Teatro Eliseo. Commedia di rottura, La professione della signora Warren è tra le più celebri di George Bernard Shaw, e appartiene alla raccolta delle Commedie sgradevoli del drammaturgo. Scritta nel 1894 andò in scena per la prima volta nel 1902, a Londra, dove subì l’intervento della censura, che la bandì dalle scene fino al 1924. La professione della signora Warren, infatti, è di quelle sconvenienti da nominare in società, men che mai in quella “alta” e perbenista inglese di fine Ottocento. Con lo humour tipico del suo teatro, Shaw affonda il coltello al cuore della morale vittoriana, trattando il tema della prostituzione come “male sociale” piuttosto che come colpa individuale, in una tensione etica che rende la pièce un autentico, lucido processo all’intera società del tempo. La storia inizia con la visita che la signora Kitty Warren fa alla figlia Vivie, la quale, dopo la brillante laurea in matematica appena conseguita a Cambridge, è in vacanza in un lussuoso cottage. E’ qui che la ragazza, da sempre allevata negli agi e nella ricchezza da una genitrice presente economicamente ma non altrettanto fisicamente,  apprende quale sia la vera e proficua attività della madre. Si tratta della professione più antica del mondo, termine che non viene mai nominato nel corso dell’intera vicenda. Dopo un’iniziale riappacificazione indotta dalla sincerità con cui la donna rivela alla figlia le ragioni di quella scelta,  la povertà dell’età giovanile, lo sfruttamento, il dolore dell’umiliazione, il fragile e già difficile rapporto fra le due si incrina in modo definitivo. È la prima volta,  dichiara il regista Giancarlo Sepe,  che affronto quest’autore, che ho sempre apprezzato e ammirato ma mai veramente studiato. La lettura de La professione della signora Warren mi ha aperto uno squarcio su un mondo che George Bernard Shaw ha rappresentato con attitudini borghesi e ipocrisie varie, tutte legate prevalentemente al sesso e alla voglia di sesso dei quattro protagonisti maschili. Possiamo dire che sono tutti dei “puttanieri” e le due donne, chi per un verso chi per un altro, sono vittime di una società maschilista.

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