La provocazione di Sarrazin: Euro penitenza di Berlino per l’Olocausto

L’introduzione degli eurobond, ma più in generale la creazione dell’euro, costituiscono di fatto il prezzo che la Germania deve pagare per aver scatenato l’Olocausto. Il nuovo libro di Thilo Sarrazin, “L’Europa non ha bisogno dell’euro”, esce solo domani nelle librerie tedesche, ma sui media già infuria la polemica per le forti affermazioni dell’ex ministro socialdemocratico delle Finanze della città-Stato di Berlino. Solo due anni fa Sarrazin aveva provocato una valanga di polemiche con il suo libro “La Germania si abolisce da se'”, venduto in più di 1,3 milioni di copie, in cui dipingeva a tinte fosche i rischi dell’immigrazione di extracomunitari di fede musulmana. Nel nuovo libro, già stampato in 350mila copie e in testa alle prenotazioni di Amazon, Sarrazin rimprovera agli esponenti della sinistra tedesca favorevoli agli eurobond di “essere mossi da quel riflesso molto tedesco secondo il quale la penitenza per l’Olocausto e la guerra mondiale sarà compiuta definitivamente quando avremo messo tutti i nostri interessi, anche i nostri soldi, in mani europee”. In un servizio di 12 pagine il settimanale ‘Stern’ definisce Sarrazin un “piromane”, mentre il capogruppo dei Verdi, Renate Kuenast, protesta contro la presenza di Sarrazin al talk show di ieri sera della prima televisiva pubblica Ard, spiegando che “le assurdità  nazionalistiche” dell’autore del libro “non possono trovar posto su una tv pubblica”. Il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, parla di due possibilità, poiché “o Sarrazin dice e scrive con convinzione scemenze incredibili, oppure lo fa per spregevole calcolo”. Nel libro, Sarrazin se la prende anche con l’Italia, quando parlando della Grecia come un caso disperato scrive che Atene “diventerà per l’Eurozona ciò che da 150 anni il Mezzogiorno è per l’Italia: una zona da sovvenzionare eternamente, senza prospettive e senza una forza intrinseca per rigenerarsi”. La tesi del libro è che la Germania anche senza l’euro se la sarebbe cavata egregiamente, come stanno facendo da anni la Svezia e la Svizzera, che hanno avuto tassi di crescita analoghi a quelli tedeschi. In un’intervista di oggi alla ‘Frankfurter Allgemeine Zeitung’ (Faz), Sarrazin paragona la situazione dei politici europei chiamati a risolvere la crisi a quella di un generale in difficoltà. “Adesso ci troviamo come un generale il cui piano di battaglia è fallito, che ha perso metà delle sue truppe, mentre l’altra metà è minacciata di accerchiamento, e, alfine, riconosce il suo errore”. Alla domanda su cosa dovrebbe fare un generale in una situazione tanto disperata, Sarrazin replica che “dovrebbe ordinare una ritirata ordinata, ma secondo Clausewitz questa è una delle operazioni militari più difficili”. Sarrazin prevede “una probabilità del 20% che prima o poi il punto di saldatura tra Francia e Germania si rompa. L’euro può funzionare durevolmente solo se gli altri sul piano economico si comportano come la Germania. Se si riconosce che gli altri non vogliono farlo, allora bisogna tirarne le conseguenze”. Sulla discussa affermazione di Sarrazin riguardo alla penitenza per l’Olocausto che la Germania avrebbe compiuto entrando nella moneta unica, la progressista ‘Berliner Zeitung’ osserva in un editoriale che “è vero che la Germania non ha introdotto l’euro solo a causa dei vantaggi per la sua economia”, poiché “Kohl ha accettato la moneta unica anche per dissipare i timori dei vicini, ma purtroppo non l’ha detto pubblicamente”.
“Sarebbe stato meglio”, conclude il giornale, “se Kohl avesse chiamato i tedeschi a votare per l’introduzione dell’euro. Un referendum avrebbe spazzato via ogni teoria del complotto. Si tratta di una lezione che gli europei dovranno assolutamente caldeggiare nelle occasioni future”.

(fonte Agi)

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