di Andrea Viscardi
E’ evidente che il gran numero di firme raccolte (più di un milione) in poco tempo rileva la sfiducia degli elettori verso la maggioranza ed un’ansia spasmodica di cambiare una legge elettorale che ha creato una distanza siderale tra gli eletti e gli elettori accrescendo il disamore verso la politica. Dice, bene, il Presidente Fini che le alternative non sono solo due (nuova legge in parlamento o celebrazione del referendum), ma esiste il ricorso anticipato alle urne con l’attuale sistema elettorale che vanificherebbe la celebrazione del referendum. E sicuramente questo è l’intento di molti, anche di coloro che criticano la legge in vigore visto che la stessa è alla base di rendite politiche accumulate nel corso degli ultimi anni. Ma questo tipo di strategia non fa i conti con un malessere diffuso tra gli elettori che ci mette poco a trasformarsi in rivolta. Il logoramento del rapporto tra cittadini e classe politica ha raggiunto l’apice e quindi, cercare di superare il problema con un ricorso anticipato alle urna sarebbe da folli, perché potrebbe innescare una reazione violenta tra gli elettori. Non a casa il Ministro Maroni ha dichiarato in un intervista che è un dato cui guardare con attenzione, assolutamente da non sottovalutare. Alla luce di ciò bisogna prendere atto che è in via di formazione un nuovo soggetto politico che darà battaglia e tal proposito i conservatori attaccati allo status quo dovranno stare molto attenti, memori anche di quello che accadde con il referendum promosso da Mario Segni. Perché il danno del sistema elettorale vigente è quello di aver creato dei blocchi politici contrapposti in continuo scontro e con reciproco logoramento dimenticandosi completamente del rapporto con gli elettori. Bisogna tornare ad un dialogo tra le forze in campo che permetterà anche una sorta di amalgama tra gli elettori. Solo così si troveranno le condizioni per formare una nuova classe politica non più calata dall’alto delle segreterie politiche dei partiti, bensì di nuovo con gli elettori protagonisti impegnati a scegliere i propri rappresentanti in parlamento.