Interviene anche Ignazio La Russa in difesa del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che al Meeting Cl di Rimini aveva dichiarato che “i poveri mangiano meglio dei ricchi” sollevando un autentico polverone politico.
“Anche stavolta – afferma sulla sua pagina fb il presidente del Senato Ignazio La Russa –, pure sul ministro Lollobrigida, molti capiscono Toma per Roma. Lui confronta le diverse abitudini alimentari degli americani rispetto alle nostre e loro ‘capiscono’ invece che stia parlando di reddito di cittadinanza. Lollobrigida censura i Paesi dove ‘la scelta alimentare è legata al censo’ e loro ‘capiscono’ il contrario”.
La Russa si riferisce indirettamente agli esponenti dem che avevano prontamente criticato il suo compagno di partito in FdI. La segretaria Elly Schlein in testa, che aveva parlato di “governo che vive in un altro pianeta” e che, si è ‘guadagnata’ un invito a pranzo a palazzo Madama.
“Senza contare – continua il post del presidente del Senato – che anche a seguire i loro errati contorcimenti è comunque vero che un piatto povero come la pasta alla norma (pomodoro, melanzane e ricotta salata) è per me più buono e salutare di qualsiasi pietanza costosa. Se vogliono potrei invitare a pranzo Schlein e compagni per fare verificare di persona”.
«Ha ragione il ministro Lollobrigida, i poveri mangiano meglio dei ricchi perché sanno riconoscere le cose buone e genuine». A parlare è lo chef Gianfranco Vissani. «Un piatto povero può diventare un grandissimo piatto se cucinato bene e la gente che tradizionalmente non frequenta Capri, Porto Cervo o Saint Tropez sa come si può mangiare bene spendendo relativamente poco», precisa. «I ricchi vanno nei grandi ristoranti stellati spesso senza sapere nemmeno cosa mangiano, ci vanno perché fa tendenza», sottolinea ancora Vissani. «La famiglia media italiana – aggiunge -, quella legata alle proprie radici e che deve fare i conti per arrivare a fine mese, è tradizionalmente educata al riconoscimento delle materie prime. Questo gli permette di acquistare prodotti di ottima qualità e quindi di mangiare bene e in maniera sana». «I miei menu – precisa Vissani – sono stati sempre incentrati sui prodotti del territorio, ovviamente cucinati con quel ‘quid’ in più che ci mette lo chef, ma ho sempre attinto ai prodotti più poveri della nostra cucina italiana. Credo che dovremmo sempre più tornare alla riscoperta di vecchi sapori, quelli che costano poco e hanno un grande gusto, che sono poi quelli che ogni giorno vengono preparati dalle famiglie italiane che non si possono permettere di spendere cifre da capogiro nei ristoranti».
Intanto le polemiche non si fermano. Con i 5 stelle che, a partire dall’abolizione del Reddito di cittadinanza, attaccano ad alzo zero il governo “classista, che colpisce e insulta i bisognosi”, secondo il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli. Mentre per il dem Gianni Cuperlo, “Lollobrigida non conosce le vite che descrive”.
“I poveri mangiano meglio? Prima di spararla grossa, consultare l’Istat”. Così l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, consigliere Pd della Regione Puglia, che posta una tabella sul consumo almeno una volta al giorno di verdure, ortaggi o frutta elaborata dall’Istat nel 2022. “Dove emerge che i disoccupati e gli operati mangiano una quantità inferiore di questi alimenti rispetto agli occupati e ai dirigenti”.
Dal punto di vista di chi scrive si potrebbe consigliare al sen. La Russa di citare, al conto della povertà e della bontà di cucina, consigliare non la Norma ma una Carrettiera, gustosa pietanza, e velocissima da cucinare, con il costo di pochissimi pomodori. E’ di origini siciliane La Russa che saprà bene di cosa parlo. Riguardo la considerazione di Lollobrigida c’è da notare che possiamo parlare di ignava ratio, intesa come considerazione fallace e ingannevole. In più è stato assolutamente incapace di porre la questione in termini corretti. Aggiungiamo poi la scelta della premier che ha bocciato il reddito di cittadinanza, ponendo regole rigide per entrare tra i pochi e felicissimi fortunati che riusciranno a ricevere gli ormai famosi 350 euro. La premier ha tolto le ‘mancette’, che erano comode per i disoccupati e per chi lavorava a nero. Poi ha dato lo stop a ricevere il sussidio per chi è stato in carcere, ovvero per coloro che non potranno partecipare a corsi di formazione e ricevere il sussidio. Per quale motivo vi ponete il problema delle carceri e del reinserimento se siete solo in grado di elaborare norme fasciste legislative? Parlo di Mia e di reddito di sussistenza. Servirà poi una famiglia di tre persone per ricevere un bonus che non raggiunge i 400 euro. Gianni Cuperlo osserva: “Lollobrigida non conosce le vite che descrive”. Io voglio andare oltre: ‘Lollobrigida e sua cognata se ne fregano delle vite che, a loro comodo, descrivono e citano nelle loro elucubrazioni mentali e nelle loro inefficienti e offensive determinazioni.
Cocis