La salute pubblica come propulsore della nazione e collante sociale

Recuperare la cultura dell’importanza della salute pubblica, da cui dipendono forza, prosperità e ricchezza di una nazione. È questo il concetto cardine della lezione “La salute (non) è in vendita “ organizzata dall’ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri e tenuta in Sala Falconetto di Palazzo Geremia dal ricercatore Giuseppe Remuzzi, nell’ambito delle celebrazioni a Trento della Giornata Mondiale della salute. Molti i temi toccati dal relatore il quale ha illustrato alcune delle componenti che contribuiscono a rendere meno efficace il sistema sanitario nazionale, ma non sono mancate le proposte migliorative per invertire la rotta e migliorare la salute pubblica.

L’assessore alla salute, ringraziato il presidente dell’ordine dei medici dottor Marco Ioppi per l’organizzazione dell’evento, ha spiegato che sui temi legati alla salute tutti devono sentirsi coinvolti e impegnarsi a fondo. Nemmeno l’assessore competente fa eccezione e proprio per questo ha portato i temi della salute, della denatalità, dell’invecchiamento della popolazione e della prevenzione nella seduta di giunta programmatica della scorsa settimana a San Michele. Per guardare al futuro con ottimismo, ha concluso, è necessario fare opportune riflessioni, implementare strategie nuove e diverse, investire nei giovani e impiegare le risorse a disposizione per garantire servizi di prossimità e vicinanza ai cittadini.

La parola è quindi passata al dottor Remuzzi il quale ha illustrato come il sistema sanitario a livello nazionale stia affrontando una profonda crisi che ne mette a rischio la sostenibilità e la stessa accessibilità alle cure. Le cause di questa situazione sono complesse e molteplici: ci sono fattori politici, fattori demografici ed economici, l’aumento dell’aspettativa di vita e la crescente incidenza di malattie croniche degenerative che comportano un maggior onere per il sistema sanitario, la crisi economica degli ultimi anni che ha portato a tagli significativi della spesa pubblica, la mancanza di personale, l’eccessiva burocrazia e la complessità delle procedure amministrative che ostacolano l’efficienza del sistema, la privatizzazione e i tempi di attesa per visite specialistiche, esami diagnostici e interventi chirurgici spesso molto lunghi. Per rimediare, sempre secondo Remuzzi serve un piano di riforme complessivo che preveda l’incremento di risorse dedicate, il miglioramento dell’efficienza del sistema, il potenziamento della medicina territoriale e, infine assicurare maggiore equità di accesso alle cure. A questo va aggiunto lo sforzo collettivo per recuperare la cultura dell’importanza della salute pubblica in quanto una comunità in salute rappresenta il più efficace collante sociale del Paese.

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