Alcune centinaia di persone sono già in piazza San Giovanni a Roma per la manifestazione delle Sardine prevista dalle 15. Tra i più rumorosi e colorati, un mini corteo di una ventina di migranti arrivati con cartelli che dicono ‘Aboliamo il decreto sicurezza subito’ e ‘Minniti=Salvini=Lamorgese’, con slogan che chiedono documenti e lavoro. Tra gli altri gruppetti in piazza, le Sardine anticapitaliste – ‘Sardine di tutti i mari unitevi’ è scritto su un pesce disegnato e usato come striscione. E alcuni militanti con i fazzoletti tricolore dell’Associazione nazionale partigiani (Anpi).
Il partito che (ancora) non c’é e che (per ora) non vuole essere tale si misurerà oggi pomeriggio con la piazza della sinistra, ma di recente gremita dal centrodestra a guida leghista. Già una prima prova di maturità per le Sardine, a un solo mese dall’improvviso apparire del movimento a Bologna, in funzione anti-Salvini alle regionali e per una politica senza odio fatta da competenti.
Il primo meeting nazionale del non-partito liquido, “una festa contro l’odio e per i valori antifascisti e costituzionali”, secondo gli organizzatori, alla quale sono attese decine di migliaia di persone. Con sit-in minori in mezzo mondo. E con il premier Giuseppe Conte – al quale le Sardine “fanno simpatia”, delle quali vede “la positività” – pronto a incontrarle, se lo chiederanno. “Ma non per metterci il cappello sopra”, precisa.
Gli organizzatori hanno chiesto di venire solo col il simbolo della sardina (una gigante è in preparazione). Un lungo happening dalle ore 15 dai contorni da definire, come la linea del movimento al di là di antirazzismo, antifascismo e antipopulismo e sovranismo. Normale per un fenomeno repentino.
Sarà la prima prova nel cuore politico del Paese anche per Mattia Santori, uno dei quattro creatori trentenni delle Sardine, ma finora vero leader con le sue numerose apparizioni tv. Inseguito assieme al movimento da elogi, scetticismo ed endorsement di ogni tipo, ultimo quello di Patti Smith. “Le persone devono unirsi. Sardine, noi siamo con voi in spirito!”, ha detto in concerto la cantante iconica di altre generazioni.
Le Sardine però domenica si ritroveranno ancora a Roma per gli ‘Stati generali’ del movimento. Costrette dal loro stesso successo a crescere in fretta e a decidere cosa fare da grandi.
“Era martedì 26 novembre. Verso mezzanotte mi misi al computer, lanciai quest’idea e andai a dormire senza aspettarmi nulla. Il mattino dopo, però, c’erano 10 mila persone che chiedevano di partecipare. Di lì è cominciato un lavoro enorme, per cui ho trascurato molto anche la mia famiglia, mia moglie Marie-Jeanne, le mie figlie Florence e Ashley. Che oggi saranno in piazza con me” e che “ormai parlano il dialetto, amano la pasta al pesto, eppure dovranno aspettare di compiere 18 anni per diventare cittadine italiane. Una legge assurda. Perciò mi batto per lo ius soli. Io sono un giornalista keniano, ho 45 anni, da 25 vivo in Italia e sto ancora aspettando la cittadinanza”. A parlare è l’organizzatore delle Sardine di Roma, Stephen Ogongo, in un’intervista al ‘Corriere della sera’.
Alla domanda se tema che si presentino in piazza anche esponenti di CasaPound, Ogongo replica: “Non credo che verranno. Non credo che un fascista vada a una manifestazione antirazzista e antifascista dove si canta Bella ciao, dove ci saranno Carla Nespolo e Pietro Bartolo. Purtroppo si è equivocato sulle mie parole. Quando dissi che in piazza è ammesso chiunque, pure uno di CasaPound, era una sfida a riconoscere i nostri valori. Solo chi vi aderisce è benvenuto. La piazza delle Sardine resta libera e antifascista.