La scoperta che ti farà smettere di bere il tè in bustina

Se ami il tè e le tisane, dovresti evitare quelle in bustina. Uno studio condotto sulle principali marche dall’associazione francese 60 millions de consommateurs ha evidenziato che in quasi tutti i prodotti testati erano presenti sostanze problematiche, e in alcuni casi vietate in Europa. Tutti i tè neri e i tè verdi convenzionali, che rappresentano oltre la metà del campione, sono risultati contaminati. Stesa cosa per le infusioni a base di verbena. Leggermente meglio le tisane detox, promossi invece i tè biologici. Ma cosa è stato trovato di così preoccupante all’interno delle bustine?

Prima di scoprirlo, è necessario spiegare dove viene coltivato il Camellia sinensis, l’arbusto da cui vengono prelevate le foglie di tè di ogni varietà – a cambiare è infatti solo il tipo di lavorazione. Si trova principalmente in India e in Cina, ma anche in Kenya e Sri Lanka. Necessita di un clima caldo e umido per crescere, lo stesso che favorisce lo sviluppo di funghi e le infestazioni di insetti. Per questo nelle colture convenzionali si usano prodotti chimici che proteggono le piante dai parassiti.

Pesticidi e prodotti chimici vietati nel tè: la scoperta

L’associazione dei consumatori francesi ha rilevato proprio la presenza di pesticidi nelle bustine di tè. Questo è dovuto al fatto che le foglie non vengono lavate in alcun momento della preparazione, per evitare che perdano le proprie qualità aromatiche. In ben 8 campioni è stata addirittura rilevata la presenza di sostanze vietate in Europa. Nessuna fortunatamente superava il limite massimo consentito, e dunque non ci sarebbero particolari problemi per la salute.

I tè verdi e i tè neri, anche quelli di importanti marchi, sono risultati i più contaminati, in particolare quelli alla menta, su cui sono stati rilevati resti del tanto discusso glifosato, ma anche di thiacloprid, acetamiprid, clorfenapir e bifentrin. Sono andati meglio gli studi sulle tisane, che spesso sono commercializzate con erbe provenienti da zone diverse del mondo, più controllate.

Peli di topi, insetti, pietre e plastica nelle bustine di tè

Ma non sono solamente i pesticidi a far inorridire l’associazione dei consumatori. I suoi esperti hanno rilevato all’interno delle bustine di tè anche frammenti di plastica, pietre, peli di roditori e frammenti di insetti. I residui di origine vegetale e animale sono stati rinvenuti soprattutto nelle scatole di prodotti biologici.

I resti di topi sono stati trovati principalmente nelle tisane bio, realizzate con erbe non trattate e quindi più esposte anche all’azione di specie animali infestanti. Pietre e plastica sono stati invece trovati nelle sacchette per le tisane a base di verbena. La loro presenza è dovuta principalmente al trasporto e allo stoccaggio delle foglie.

I prodotti che troviamo nei supermercati devono superare importanti test di qualità, e le bustine che immergiamo nell’acqua bollente non rappresentano rischi per la salute, anche quando contengono pesticidi o sostanze chimiche vietate. Le loro basse concentrazioni non sono pericolose per l’uomo. Ciò non toglie che lo studio di 60 millions de consommateurs potrebbe far passare la voglia di bere il famoso tè delle 5 anche al più appassionato dei lord inglesi.

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