Gli europarlamentari del gruppo Socialisti & democratici, sostenuti dal partito di riferimento che è il Partito socialista europeo, stanno ponendo un veto su Raffaele Fitto. Secondo alcuni osservatori lo slittamento sarebbe dovuto a questo e la questione slovena sarebbe solo una scusa di facciata. Il problema politico che aprono i socialisti, però, non riguarda solo von der Leyen: si ritorce come un boomerang contro il Pd, che fa parte della famiglia europea dei socialisti e del gruppo S&D. Ai dem nostrani si pone infatti l’eterno dilemma tra interesse nazionale e interesse di partito, che nel caso specifico diventa per di più l’interesse dei partiti della sinistra europea, dunque di altre nazioni. In più ora si pone anche il problema dei rapporti interni con i partner europei.
Nicola Zingaretti, dopo la presa di posizione di S&D ha sentito l’esigenza di precisare “noi ci siamo sempre augurati e continuiamo a farlo anche dopo le scelte del governo italiano, che l’Italia abbia il giusto peso che merita e spetta a un grande Paese fondatore. Facciamo un appello a Raffaele Fitto perché venga in commissione a presentare il suo programma nello spirito del voto di luglio, mettendo al bando l’euroscetticismo”, ha aggiunto Zingaretti, sebbene sul tema manchi ancora una presa di posizione netta da parte di Elly Schlein.
In una nota la capogruppo di S&D, Iratxe Garcìa Perez ha avvertito che “ignorare il processo degli spitzenkandidat, minare l’equilibrio di genere nel Collegio, mettere un commissario per l’occupazione il cui impegno per i diritti sociali è discutibile nella migliore delle ipotesi, portare proattivamente l’Ecr nel cuore della Commissione sarebbe la ricetta per perdere il sostegno progressista. Esiste una maggioranza europeista con un accordo europeista. Bisogna metterlo in pratica adesso”, ha detto l’eurodeputata spagnola. Il presidente del Pse, lo svedese Stefan Löfven ha affermato: “Il nostro sostegno non è mai stato un assegno in bianco. Siamo sempre stati chiari sul fatto che la prossima Commissione deve soddisfare le nostre aspettative, sia in termini di politica che di principio. Il presidente della Commissione deve garantire che il Collegio sia pronto a onorare pienamente le linee guida politiche che abbiamo sostenuto”. “Come secondo blocco più grande – con un margine significativo – i socialisti sono centrali per una maggioranza pro-europea insieme al Partito Popolare Europeo della Presidente von der Leyen, ai liberali Renew Europe e ai Verdi”, ha concluso Löfven.
Dunque, la sinistra europea cerca di riproporre lo schema del cordone sanitario contro Ecr, che è già fallito in sede di elezioni di von der Leyen. “Ho raccolto il testimone di Fitto come capogruppo dei Conservatori e so bene che è persona apprezzata trasversalmente, per competenza ed equilibrio”, ha ricordato il capogruppo di Ecr, Nicola Procaccini, in un’intervista al Corriere della Sera. “Il Pd ha aperto? Le parole della segretaria del Pd sono oscure. Che vuol dire “dipende dalle deleghe”? Mi auguro che la sinistra – ha detto Procaccini rispondendo a una domanda sul tema – per una volta sappia far prevalere l’interesse nazionale sullo spirito di parte“.
Elly Schlein al momento ha un solo impegno politico che è quello di attaccare il governo Meloni, anche attraverso dichiarazioni false o imprecise per strappare qualche applauso incoraggiante. Tutte imprecisioni che vanno dalla sanità al Pnrr, dal salario minimo alla scuola, dal bonus psicologico al fondo per gli affitti.