‘È sacrosanto opporsi alle pulsioni omofobe, transfobiche, misogine, abiliste. E eventualmente legiferare in questo senso’, scriveva il manifesto in un articolo ripreso su Facebook da un mostro sacro del movimento gay come Aurelio Mancuso. Ma ‘una malaccorta enumerazione di concetti e termini quali sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere irrigidisce normativamente una discussione ancora del tutto aperta dal punto di vista scientifico, filosofico, politico, simbolico’, spiegava il quotidiano di sinistra. Alcuni passaggi molto discutibili per le conseguenze sul piano normativo, come l’idea di separare il sesso ‘biologico o anagrafico’ con un genere ‘percepito’, anche se ‘non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione’, come se ci si potesse svegliare uomini o donne al mattino, a seconda del piede col quale si scende dal letto. Un ‘neutro indifferenziato’ dal sapore patriarcale che peraltro cozza con la Costituzione, come osserva Avvenire, dove all’articolo 3 si parla di ‘pari dignità sociale’ di tutti i cittadini ‘senza distinzione di sesso’. È dunque sbagliata ‘l’identificazione per legge di un gruppo di cittadini distinti dagli altri per un criterio soggettivo come l’identità di genere’. Diversamente, ‘il rischio è di trasformare una legge pensata per difendere alcune libertà in una legge destinata a offenderne altre”, osserva il direttore del Foglio Claudio Cerasa, che denuncia ‘il pericolo di considerare reati le opinioni’.
Per il ddl Zan Forza Italia e Lega stanno lavorando a un testo unitario contro le violenze, ma alternativo all’attuale disegno di legge presentato. A farlo sapere sono fonti del Carroccio, le quali chiariscono che dunque non sarà iniziativa di un singolo partito. Parere positivo è arrivato da Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, che reputa giusto circoscrivere la proposta al tema della discriminazione lasciando da parte materie che non sono perfettamente coerenti con l’obiettivo da perseguire: ‘Non ho letto il testo della proposta della Lega, però sulla carta mi pare un’iniziativa intelligente. Questo non mi pare omofobo. Togliendo determinate questioni è più facile che si possa trovare una sintesi’.
Il senatore leghista Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia a palazzo Madama, ha fatto sapere che oggi presenterà la relazione sul Ddl Zan e tutti i testi di legge ad esso collegati. Successivamente dichiarerà aperta la discussione per avviare un confronto: ‘Noi non abbiamo alcuna paura di confrontarci con chi ha idee diverse. Voglio sperare che lo stesso valga per i senatori della ex maggioranza giallorossa’.
Un ‘no’ secco a un nuovo testo è arrivato direttamente da Alessandro Zan, che ha rifiutato la possibilità di una nuova legge contro l’omotransfobia frutto della sintesi tra le proposte depositate in commissione giustizia al Senato: ‘Questa è stata già approvata da una larga maggioranza di parlamentari. È un testo equilibrato, una sintesi di tanti altri testi anche presentati al Senato’. Il deputato del Partito democratico ha invitato la politica a prendere una decisione definitiva, senza lasciare spazio a giochini di partito. Nel frattempo fonti parlamentari fanno sapere che martedì prossimo potrebbe tenersi un’assemblea dei senatori del Pd sul ddl Zan, alla quale dovrebbe partecipare anche il segretario Enrico Letta.
La commissione giustizia del Senato ha votato ieri a maggioranza per cominciare la discussione sul disegno di legge Zan senza accorpare altri testi”: lo ha annunciato la capo gruppo del Pd alla Camera Simona Malpezzi in un post condiviso sulla sua pagina Facebook. “È quello per cui ha lavorato il Partito Democratico”.
L’ultimo punto all’ordine del giorno della riunione di oggi relativo al Ddl Zan aveva generato ulteriori polemiche dopo l’annuncio della Lega di presentare un testo diverso che, nelle parole degli esponenti del Carroccio appoggiati da Fratelli d’Italia, avrebbe dato un “contributo maggiore rispetto al ddl Zan e ai disegni di legge collegati” e che volevano fosse discussa insieme alla proposta dei dem.
Ma è passata la linea giallorossa, che in Commissione Giustizia è in maggioranza con 13 voti contro gli 11 del centrodestra, anche se questa presieduta dal leghista Andrea Ostellari, il quale per mesi ha bloccato la discussione del Ddl approvato alla Camera il 3 novembre scorso.
“Ora avanti senza esitazioni”, ha aggiunto Malpezzi. Dopo la discussione di oggi il disegno di legge contro l’omotransfobia, che introduce il reato di istigazione all’odio in base al genere, all’identità di genere, all’orientamento sessuale o alla disabilità, con aggravanti per chi commette reati contro le persone in base alla loro omosessualità o transessualità, dovrebbe approdare in Aula per il voto finale di Palazzo Madama.