La ‘Slow Art’, abitualmente definita Arte lenta, è in realtà un modo sacro di avvicinarsi all’arte. Dire ‘Slow Art’ significa nella realtà guardare le opere esposte lentamente, dedicando alle stesse il tempo che è stato necessario per realizzarle. Usando un termine ad ‘effetto’ visitare una mostra d’arte non è fare ‘zapping’ passando da un opera all’altra senza coglierne il senso che la stessa vuole esprimere. Anche le opere d’arte che in un primo momento non sembrano interessanti possono rivelarsi, se guardate lentamente, molto accattivanti rivelandosi una esperienza spirituale. Provare quanto dico rivedendo in ‘modo lento’ opere già viste in passato. Potrebbe bastare uno sgabello ed un notebook per registrare le impressioni ricevute e constatare che le opere, guardate in questo modo, appaiono in modo dettagliato rivelando molti aspetti simbolici. Ogni opera è al tempo stesso superficie e simbolo ed ogni opera emana simboli ed allegorie. L’arte, detta in sintesi, vuole il suo tempo e questo è probabilmente quello che pensò Phil Terry quando inventò nel 2008 lo ‘Slow Art Day’. Terry voleva cambiare la fruizione e la percezione dell’arte concedendo il giusto tempo ad ogni opera. Solo in questo modo l’arte può farsi scoperta. Un procedimento che contribuisce non solo a incentivare l’interesse nei confronti dell’arte ma permette di sbloccare passione e creatività nello spettatore condividendo opinioni e idee, rendendo il museo, o una mostra, un luogo di condivisione. Considerate che negli anni scorsi in Inghilterra un curatore d’arte espose a centro sala una poltrona con la dicitura: ‘The Observer’ (‘L’Osservatore’). Peccato che nessuno colse che non era un’opera d’arte esposta ma una provocazione ed un invito a sedersi per osservare le opere. La mostra, per capirci, era titolata: ‘Slow Art’. La Ferrarini ha messo insieme a Frascati 18 validissimi artisti che devono essere osservati e valutati lentamente. Gli artisti scelti da Monica sono:
Elio Atte, Daniela Avaltroni, Catia Beatrice, Antonella Carraro, Barbara Conte, Ornella Cucci, Cristina Di Zinno, Febe (Fabiola Frusone), Alessandro Ferretti, Robert Kuzbinski, Marco Lanciani, Marina Loreti, Jeanine Lucci, Stefano Ortolani, Piero Roca, Roberto Servi, Anna Szelényi, Anna Maria Tani.
Elio Atte nasce come pittore autodidatta fortemente attratto dalle matite e dai pennelli sperimentando la china, le tempere, l’olio ed i pastelli.
Daniela Avaltroni si esprime in una pittura figurativa sviluppata con uno stile pittorico estremamente personale che parla di sensazioni e di sogni che vengono fissati sulle tele. Nei suoi quadri il soggetto predominante ritratto è rappresentato dalla figura della donna che sempre esprime l’armonia del corpo femminile. Dietro ogni sua opera c’è sempre un intenso lavoro fatto con impegno, studio e passione. Disegna anche con gessetti rotel e pastelli per i disegni preparatori. A Frascati esporrà un trittico eseguito con tecnica mista: ‘La memoria dei sogni’.
Catia Beatrice è una pittrice che si esprime attraverso numerose tecniche espressive, tra le quali l’integrazione delle malte nei propri dipinti a oli.
Antonella Carraro è un’artista autodidatta che dipinge attraversando diverse tecniche, a partire dall’acquerello. Dipinge ad olio, disegno e carboncino e sta sperimentando recentemente diversi materiali come fili di ferro, rame, plastica e cera.
Barbara Conte è una incisore stampatore e sono note le sue acqueforti stampate con tecnica Hayter. Tecnica che permette di stampare una sola matrice a più colori contemporaneamente.
Ornella Cucci è una pittrice/ fotografa che realizza interessanti reportages come, ad esempio, ‘Scarpe Rosse’ contro la violenza sulle donne. L’arte serve anche per reagire a ogni forma di violenza, terrore e paura, dando voce alle donne che lottano e che danno la vita per la pace e la libertà.
Cristina Di Zinno esprime una pittura figurativa tendenzialmente di stampo classico, con grande consapevolezza dell’uso del colore e dell’equilibrio delle forme.
Febe (Fabiola Frusone) considera l’arte una forma di comunicazione per eccellenza e sperimenta nella pittura tecniche diverse: olio, carboncino e acrilico fino a scoprire la polimaterica. Lavora con un pennello o una spatola, o con le mani, per unire materiali diversi per dare loro la forma dei propri pensieri, che sono la sua forma di espressione che esprime con l’intensità dei colori e le armonie delle forme.
Alessandro Ferretti è uno scultore, grande conoscitore della materia, con una solida esperienza anche nel settore della scenografia.
Robert Kuzbinski è un artista che si esprime usando diverse tecniche realizzative, a partire da olio su tela, passando per le fotografie ed arrivando al GIF (Graphics Interchange Format) che permette di usare i colori per creare immagini animate. Significativa l’esposizione di una sedia in una bi-personale poggiata sulle uova, con un uovo posto a centro sedia. La sedia poteva avere interpretazioni ma era stata realizzata per stupire e far fermare il visitatore inducendolo a pensare ed immaginare. Vero esempio pratico di ‘Slow Art’. Robert è un artista molto creativo a cui piace inventare e scoprire le novità artistiche in tempo reale.
Marco Lanciani è un fotografo che parte dall’elemento figurativo per poi destrutturarlo in un’immagine quasi astratta ma di profonda originalità.
Marina Loreti è una pittrice che predilige l’astratto di stampo concettuale, giocando con le cromie per creare immagini di grande effetto emotivo.
Jeanine Lucci è una pittrice art deco con stile creativo contemporaneo che utilizza nuovi materiali. Interessante il rilievo che viene da materiali utilizzati come struttura di pasta. Questo permette di creare dipinti unici e personalizzati.
Stefano Ortolani è un pittore ed uno scultore. Il legno d’ulivo è divenuto poi il guscio in cui esprime una scultura nuova, nata e cresciuta dallo spessore naturale della materia ed espressa in figure umane longilinee.
Piero Roca ha creato moltissimi lavori su carta e tela svolgendo in passato una sua personale ricerca sull’arte astratta. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive in Italia, Francia e Spagna. Oggi usa la tecnica del ‘frottage’ su tela ed ha intrapreso la ricerca delle immagini presenti sui tombini: dell’acquedotto e della fogna, utilizzando le stesse come metafora degli ingressi della comunicazione e della globalizzazione.
Roberto Servi è un’artista che si esprime prevalentemente nell’arte figurativa, in particolare per le opere scultoree che continua ad eseguire. La ricerca di Servi esprime una nostalgia per l’arte del passato che rivisita nella sua classicità riutilizzando i materiali più caldi quali l’argilla ed il legno. Le sue opere danno vita ad un proprio stile personale dove sono evidenti le sue doti plastiche sia sul piano della composizione, sia per ciò che riguarda il dettaglio. I soggetti sono studiati dal vero attraverso numerosi disegni interpretati anche con la tecnica dell’affresco nei quali il chiaroscuro e il colore esaltano le forme. La sua è una scultura narrativa, di stampo classico, affascinante e armonica.
Anna Szelényi è un’artista ungherese, internazionalmente affermata, che ha vissuto e attraversato una libertà piena nel campo dell’arte e della sua manifestazione artistica. Ovviamente parlo di un tempo in cui si offrì ad artisti indipendenti di esporre all’estero ed essere, al contempo, ricettivi all’arte contemporanea straniera. Questa realtà di fatto ha influenzato anche inconsciamente gli artisti nati dopo gli anni 80 del secolo scorso. l’artista. In pittura questo vale per il realismo, il postimpressionismo e per la scultura espressivista. Superamento del concettualismo, del riduzionismo e della neoavanguardia, la riscoperta della personalità, l’elaborazione personale di simboli della storia della cultura caratterizzano gli artisti raccolti in un insieme straordinariamente eterogeneo. Questo è il punto di partenza, logico ed emotivo, per avvicinarsi alle opere della Szelényi che artisticamente predilige l’astratto.
Anna Maria Tani è una pittrice contemporanea e le sue opere sono soprattutto materiche. La lavorazione della materia infatti, nelle sue diverse forme, è sempre stata una vocazione per l’artista che, sin da giovanissima, ha frequentato le botteghe artigiane dove inizia la sua formazione. Impara così a trattare il legno, lavorando poi il metallo. In pratica inizia a conoscere le proprietà delle ‘materie’. Nelle sue opere si trova un intreccio di pittura e materia. Gesso, cemento, pellami, carte, metalli sono solo alcuni degli inserimenti materici che spesso ritroviamo nella produzione dell’artista.
Roberto Cristiano