Dinanzi a un malcontento sempre più diffuso, i populisti di ogni estrazione politica, sono pronti a sfruttare, proporre piccole riforme che dovrebbero portare a piccoli cambiamenti.
La società aperta, capolavoro dell’umanità, è frutto di scambi di idee, di persone, di merci, di servizi.Lo Stato di diritto. La libertà di informazione e di opinione. La concorrenza. Chi crede in questi valori non può che rimanere deluso da quello che la piazza nazionale e internazionale offre. I vari Grillo, Salvini, Le Pen, Farage e Trump. Utili, forse, per sfogare la rabbia e la frustrazione di oggi, ma assolutamente incapaci a programmare la società di domani.Con questo non voglio dire che la società aperta sia da buttare, al contrario, va aggiustata. Occorrono gli strumenti adatti. L’ansia di una generazione di giovani, afflitta dal precariato, non la si può sedare con mini riforme che si varano e poi si chiudono in capo a pochi mesi. La perdita di posti di lavoro nell’industria, non si può addossarla alla globalizzazione. Il disagio delle periferie, acuito da un’immigrazione sempre più massiccia e senza regole, non la si può risolvere invocando comprensione e pazienza.Bisogna riflettere con più attenzione ed osare di più.Nei secoli XIX e XX le grandi trasformazioni industriali, economiche e demografiche, hanno generato grandi tensioni sociali in Europa e in America.La risposta dei conservatori fu il tentativo(mai riuscito) di rallentare il progresso, di affidare la guida dei governi ad uomini forti che usassero il pugno duro(e purtroppo qualche volta l’intento è riuscito con conseguenze catastrofiche per le popolazioni) per ristabilire l’ordine. Al contrario la risposta dei liberali fu quella di concedere potere all’individuo, primato della legge, commerci e trattati.Diedero vita a grandi riforme in grado di programmare il futuro di intere generazioni: suffragio universale, grandi opere, previdenza sociale, sevizio sanitario nazionale, istruzione primaria pubblica obbligatoria e gratuita. Il prossimo inquilino della Casa Bianca (Donald Trump) s’insedia tra poco, mentre Vladimir Putin che ha dominato la scena internazionale nel 2016, resta saldo al suo posto e più potente di prima.Se i governi europei, non sapranno prendere in fretta decisioni coraggiose e mirate, le elezioni del 2017 che si terranno in Francia, in Germania e forse in Italia potrebbero vedere il successo dei partiti populisti ed anti sistema e quindi anti società aperta. Ce ne pentiremmo subito e liberarcene sarà molto difficile se non dopo molti anni. Il rischio è anche che il sessantesimo compleanno del Trattato di Roma, con cui si gettarono le basi per un’Europa Unita, possa coincidere con il suo funerale. L’augurio che rivolgo al mio Paese e all’Europa è che il 2017 non sia una sorta di scadenza per l’Occidente, ma sia l’inizio di qualcosa di nuovo ed entusiasmante.