“L’Ue è pronta a discutere di come la proposta degli Stati Uniti per una deroga alla protezione della proprietà intellettuale” dei brevetti “per i vaccini Covid possa aiutare a raggiungere l’obiettivo” di affrontare la crisi globale del Covid “in modo efficace e pragmatico”. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sceglie il suo intervento sullo Stato dell’Unione, a Firenze, per aprire alla proposta del presidente Usa, Joe Biden. I 27 leader ne discuteranno già al vertice informale, a Porto.
Ma mentre le quotazioni delle aziende farmaceutiche crollano in borsa, e le Big Pharma manifestano tutto il loro allarme, da Berlino – pur aprendo alla discussione – Angela Merkel lascia filtrare il suo scetticismo. “La protezione della proprietà intellettuale è una fonte di innovazione e deve rimanere tale anche in futuro”.
Una voce fuori dal coro quella della cancelliera tedesca, mentre l’alleato di sempre, il presidente francese Emmanuel Macron, si dice “del tutto favorevole alla revoca”. Più sfumata, appare la posizione del premier Mario Draghi, che non si espone: “I vaccini sono un bene comune globale. È prioritario aumentare la loro produzione, garantendone la sicurezza, e abbattere gli ostacoli che limitano le campagne vaccinali” dice il premier alla vigilia della partenza per Porto. Il ministro Roberto Speranza invece esulta: “La svolta di Biden è un importante passo in avanti”. Ed il capo della Farnesina, Luigi Di Maio, commenta: “L’Italia c’è, l’Europa non perda questa occasione e dimostri di essere unita e coraggiosa”.