“C’è il rischio di nuove tensioni sociali nei prossimi mesi e serve subito un piano per il lavoro”. Cgil, Cisl e Uil chiedono un cambio di rotta e l’avvio di un confronto con il governo, dalla riforma del mercato del lavoro alle misure per la crescita. Allarme accolto dal presidente del consiglio Mario Monti che ha assicurato ai leader sindacali la volontà di trovare la “massima intesa in tempi stretti” sul tema del lavoro.
“Nei prossimi mesi – ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso – la recessione avrà un impatto duro sull’occupazione e sui redditi. Il rischio che cresca il conflitto sociale man mano che cresce la disuguaglianza è reale”. Il numero uno della Cigl chiede a Monti e al suo esecutivo “più coraggio di quanto ne ha avuto finora” e soprattutto “un confronto esplicito e costruttivo con le parti sociali sui temi della crescita e dell’occupazione”. E’ il lavoro la priorità per la Camusso che individua nella riduzione da 46 a tre o quattro forme di assunzione, nell’introduzione di forme flessibili più costose e nell’incentivare l’apprendistato i tre punti chiave per rilanciare il sistema occupazionale italiano.
Per il numero uno della Cisl, il rischio di conflitto sociale “dipenderà solo dal comportamento del governo”. “La Cisl – ha sottolineato Raffaele Bonanni – chiede una concertazione vera su tutti i temi economici e sociali. La necessaria rapidità delle decisioni non può divenire un alibi per evitare il confronto con il sindacato. Non accetteremo pacchetti prefeconfezionati o ispirati da altri”.
“Non è nostra intenzione – ha aggiunto il leader della Uil, Luigi Angeletti – fare del conflitto sociale la nostra regola, ma è chiaro che il governo si illude se pensa che possiamo sopportare un 2012 carico di disoccupati. La combinazione di pensioni più basse, redditi reali decrescenti e minore occupazione, non è un buon viatico per la pace sociale”.