La vera storia di Ordine Nuovo nell’ultimo libro di Forte

  L’ultimo volume di Sandro Forte, Ordine Nuovo parla (edizioni Mursia), Premio Caravella 2020, parte da  sottrarre  il movimento nato nei primi anni ’50 alla narrazione tradizionale che  ha confinato nel recinto della strategia della tensione, dell’eversione e  dei depitastaggi fino ad addebitagli  la responsabilità della strage di piazza Fontana, di cui ricorre il 51esimo anniversario.  Il Comune di Milano depose una lapide a ricordo della tragedia del 12 dicembre 1969, attribuendogli la paternità. “Ma nessuno dei vari inquisiti per la strage,  poi tutti assolti,  fece mai parte di Ordine Nuovo.

E’ stata una condanna senza appello e senza che gli sia mai stata concessa la parola.

Il volume passa in rassegna la storia del movimento dalle origini fino alla segreteria Rauti del 1990. Ordine Nuovo nasce nei primi anni Cinquanta da una corrente giovanile interna al Msi, dai Figli del Sole.

Ordine Nuovo prende forma nel novembre 1953. Alla prima riunione, il 15 novembre nella sede missina di via Cola di Rienzo, erano presenti tra gli altri Pino Rauti, Paolo Andriani, Clemente Graziani, Paolo Signorelli, Sergio Sabatini, Elsa Levrini.

Si costituisce in Centro Studi, esce dal partito, elabora tesi e progetti, pubblica riviste e giornali. Si divide fra chi rientra nel Msi e chi continua il suo percorso da extraparlamentare. Lo trovi in tutte le piazze d’Italia, nelle scuole, nelle università. Anche sotto i colpi giudiziari prosegue prosegue la sua elaborazione culturale e politica. Dentro e fuori del Msi.

Partito da un gruppo di giovani  che non hanno fatto in tempo ad indossare le divise della Repubblica Sociale Italiana,  diventa negli anni la palestra culturale più raffinata per migliaia di giovani di destra.

La fedeltà all’Idea diventa impegno culturale e filosofico, sotto gli insegnamenti del filosofo Julius Evola. Fu una autentica scoperta da parte di alcuni giovani,  chiusi a Regina Coeli per aver distribuito al cinema Splendore di Roma volantini sul 25 luglio. La biblioteca di Regina Coeli è ben fornita. Evola, che per i ragazzi di Ordine Nuovo, scrive Orientamenti, poco più di un vademecum. Ma anche Drieu La Rochelle, Robert Brasillach, Léon Degrelle.

(Sandro Forte)

Un crescendo di elaborazione etica e politica. Che  corregge il pensiero della Destra italiana. All’epoca piccolo borghese e ancorato alla visione ottocentesca di Dio, patria e famiglia.

Con Pino Rauti, che per primo da destra cita e fa sua la teoria di Gramsci sull’importanza della cultura per la conquista del potere e comprende la straordinaria rilevanza dei media. E siamo ancora agli inizi degli anni Sessanta. Con Clemente Graziani, che diventa uno dei maggiori conoscitori della guerra rivoluzionaria, che in quel decennio si realizza a Cuba, in Vietnam e in Algeria.

Da posizioni filo-colonialiste si passa al sostegno dell’autodeterminazione dei popoli ed alla solidarietà  per tutti i movimenti di liberazione nazionale. Cambia anche la tradizionale posizione della destra verso gli Usa. Con la crescita del gigante cinese e del Pci gli Usa diventano l’unica diga contro l’avanzata comunista. Una posizione presa da Rauti in nome di una realpolitik che verrà fortemente contestata all’interno del Msi. E sarà anche uno dei motivi della rottura che porterà Ordine Nuovo a diventare movimento politico extraparlamentare dopo il rientro di Rauti nel MSI.

In un filo rosso che arriva ai giovani missini della fine degli anni di piombo fino allo straordinaria esperienza dei Campi Hobbit (di cui il primo organizzatore, Generoso Simeone, proviene da Ordine Nuovo). Alla Nuova Destra di Marco Tarchi sulle orme di Alain de Benoist. E forse ai giovani del Fronte della Gioventù degli anni ’80. Che leggono, studiano, ossevano. E scoprono la metapolitica, lo sfondamento a sinistra, l’ambientalismo, il superamento degli opposti estremismi. Quelli della rivista Morbillo prurito e avventura (impossibile senza la Voce della Fogna,  il giornale satirico e autoironico fondato da Marco Tarchi). Quelli che bloccano il corteo presidenziale di Bush senior a Nettuno.

Non è un caso – scrive l’autore – che la scure della repressione si sia abbattuta proprio su Ordine Nuovo per mano di un ministro dell’Interno, Paolo Emilio Taviani,  referente degli americani in Italia e capo della struttura segreta Gladio. Ordine Nuovo, per la forza delle sue idee, per il numero dei suoi aderenti per la trasparenza dei suoi capi, in quei primi anni Settanta fu scelto come capro espiatorio di una strategia che si inventò e fomentò lo stragismo nero. Per fare da contraltare al terrorismo rosso. Ordine Nuovo parla è il  tentativo  di ristabilire la verità sulla storia di quella che, comunque la si guardi, è stata la più interessante fucina politica dentro il variegato mondo della Destra radicale italiana.

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