Nel suo discorso di congedo dalla Banca centrale europea, il presidente Mario Draghi avverte che per lo scenario economico dell’Eurozona “i rischi restano al ribasso, a causa della protratta incertezza geopolitica, del protezionismo e delle vulnerabilità delle economie emergenti”. E aggiunge che “l’Eurotower resta pronta a modificare tutti i suoi strumenti monetari per far risalire l’inflazione. Necessaria una politica accomodante ancora a lungo”.
“Di fronte alle prospettive indebolite e alla prevalenza di rischi al ribasso – continua Draghi – i governi che hanno spazio di Manovra di bilancio devono agire in modo efficace e tempestivo”. Per ciò che riguarda il giudizio complessivo sui tassi negativi, il presidente uscente spiega che “è positivo e i miglioramenti dell’economia hanno più che bilanciato gli effetti indesiderati negativi”. Secondo il Presidente “il rischio principale è una recessione dell’economia, che sia globale o dell’Eurozona”.
Come previsto, nessuna sorpresa dall’ultima riunione del Consiglio direttivo della BCE: dopo il taglio operato a settembre il board ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%. Il Consiglio direttivo ha anche confermato la ripresa degli acquisti netti a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro a partire dal 10 novembre. Acquisti che “proseguiranno finché necessario a rafforzare l’impatto di accomodamento dei suoi tassi di riferimento e che termineranno poco prima che inizierà a innalzare i tassi di riferimento della Bce”. Nel comunicato finale, si ribadisce la guidance sui tassi che dovrebbero mantenersi “livelli pari o inferiori a quelli attuali” finché il Board “non vedrà le prospettive di inflazione convergere saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione e tale convergenza non si rifletterà coerentemente nelle dinamiche dell’inflazione di fondo”.Confermata anche l’intenzione di continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza già acquistati in passato “per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento della Bce, e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”.