Torna d’attualità il tema dei vitalizi ai parlamentari: il M5s ha un piano per ridurli o eliminarli, il presidente Inps Tito Boeri a aumentato il carico mettendo sul tavolo anche la uestione degli oneri figurativi. Tutte manovre che evidentemente irritano alcune componenti politiche.
Se n’è avuta una plastica dimostrazione durante un forum dell’agenzia di stampa Italpress, allorché il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Micciché si è scagliato contro le proposte di abolizione: ‘Se non avessi avuto il vitalizio, nel periodo in cui non sono stato deputato, probabilmente sarei stato costretto a tornare a vivere con mio padre che ha 97 anni, in attesa di maturare i 67 anni per la pensione. Sarei stato costretto a chiedere l’elemosina davanti a una chiesa. E’ questo che si vuole oggi dalla politica? E’ questo quello che vogliono i Cinquestelle?’.
Il presidente della Camera Roberto Fico ha conferito il mandato al Collegio dei Questori sulla delibera per il ricalcolo contributivo di tutti gli assegni pensionistici, compresi i 2.600 che oggi incassano gli ex parlamentari. Si intende procedere a ritmi serrati per concludere l’iter di approvazione per la fine di aprile o gli inizi di maggio. È stato il questore ‘anziano’ Riccardo Fraccaro, a imprimere questa accelerazione spiegando il 12 aprile che ‘entro due settimane’ arriverà proprio la delibera per eliminare quel privilegio ormai anacronistico e inaccettabile.
Il diritto all’assegno pensionistico si matura al compimento del 65° anno di età se si ha alle spalle una sola legislatura, a 60 anni se ne hanno due. Il M5S punta a intervenire innanzitutto sul pregresso: quei 2.600 assegni tra i 2mila e i 10mila euro percepiti dagli ex parlamentari o dalle loro vedove che costano, secondo i calcoli dell’Inps, circa 193 milioni di euro ogni anno. Ricalcolandoli con il contributivo si risparmierebbero circa 76 milioni, che diventano 380 milioni in una legislatura. Ma il piano complessivo contempla anche l’idea di abolire il diritto stesso a una pensione da parlamentare limitandosi a pagare i contributi dovuti per gli anni di legislatura da ricongiungere a quelli versati durante la carriera lavorativa.
Infine, dice: ‘Finchè il costo della politica sarà considerato uno spreco, fino a quando non si ricomincerà a capire che il costo della politica è un bene per il paese forse la finiremo con questo assurdo ‘babbio’ del taglia taglia… Una cosa è certa: se le condizioni fossero state quelle di oggi io non avrei lasciato il mio lavoro per fare politica. Non mi sarebbe convenuto… Mia moglie mi avrebbe lasciato’.
In conclusione, fatte le debite considerazioni, c’è da dire che Miccichè/Aglietiello ogni volta che parla perde una buona occasione per stare zitto…
Tra l’altro gli deve essere noto che chi lo ha votato, rendendolo più volte un miracolato, lo ha fatto in silenzio, senza vedere, senza sentire e, come dicevo, senza parlare…