L’albero di Natale e gli acari della polvere

Addobbare l’albero di Natale con palline, festoni e luci tenute a lungo in soffitta può nascondere una spiacevole sorpresa: l’allergia causata dagli acari della polvere. In Italia, tra il cinque e il sette per cento della popolazione ne è colpita, arrivando al 50 per cento quando si tratta di soggetti allergici. E non solo, perché nei primi tre anni di vita la prevalenza è stata stimata attorno al 4 per cento, ma numerosi studi dimostrano che l’allergia agli acari della polvere rappresenta nel bambino uno dei fattori di rischio più importanti per lo sviluppo di rinite e di asma bronchiale nelle età successive. Non si vedono, non si sentono, non pungono, ma sono con noi a migliaia, a milioni. Sono gli Acari della polvere, una delle principali cause di allergia respiratoria.  Che la polvere di casa contenesse allergeni che causano l’asma fu suggerito per la prima volta nel 1921. Tuttavia, la relazione fra acari ed allergia alla polvere di casa venne stabilita in modo definitivo solo nel periodo dal 1962 al 1969.   Gli acari sono fra gli esseri viventi più antichi sulla terra; essi possono vivere e crescere in ambienti differenti come le piante, i fiori, gli animali, l’uomo, la terra, sui laghi e sull’acqua salata, nelle case e nei rifiuti organici, nei materassi, nei libri ed altro. Gli acari sono piccoli artropodi, appartenenti a diverse specie. Le specie che sono in modo particolare correlate all’asma sono collettivamente chiamate acari della polvere di casa, poichè hanno il loro habitat permanente nell’ambiente domestico.  Le loro dimensioni sono di circa 200-300 micron, cioè all’incirca 1/4 di millimetro, per cui non possono essere visti ad occhio nudo, ma soltanto con una forte lente di ingrandimento o, meglio, al microscopio. Il maschio è leggermente più piccolo della femmina. Gli acari sono a sessi separati la riproduzione è per via sessuale. L’acaro della polvere può tollerare un’ampia variazione di temperatura da circa 0 gradi centigradi sino a circa 30 gradi, con l’optimum attorno ai 20-25 gradi. L’umidità ambientale è più importante della temperatura, e c’è una ridotta tolleranza alle variazioni: l’optimum di umidità relativa è attorno al 75% con uno scostamento massimo di +/- 10%. Mentre la maggior parte delle abitazioni a riscaldamento centralizzato con tutta probabilità mantiene una temperatura ideale costante, l’umidità relativa è generalmente inferiore al 65% rendendo questo tipo di abitazioni meno attraenti per l’acaro di quanto sia generalmente ritenuto. Va ricordato, comunque, che gli acari sono molto resistenti anche a condizioni disagiate, per cui sono stati ritrovati anche in alta montagna, fino a quote di 4500 metri, soprattutto in condizioni di temperatura e di umidità relativamente elevate,  ed in regioni polari.   Gli acari si sviluppano in quei luoghi della casa che forniscono loro una sorgente di cibo e riparo.  Davanti all’insolito rischio di allergie provenienti dagli acari gli esperti della Società Italiana di Allergologia,  e Immunologia Pediatrica,  consigliano qualche regola da seguire per un Natale a prova di acaro. Intanto, sarebbe bene evitare di conservare lucine, palline e decorazioni in scatole di cartone, preferendo a queste contenitori di latta o plastica, perché trattengono di meno la polvere. Va poi evitato il muschio, perché trattiene molta polvere. Sì, invece, a palline colorate e decori in plastica, evitando invece pupazzi di peluche e palline di Natale in tessuto. Inoltre, consigliano ancora, non vanno aperti gli scatoloni degli addobbi in presenza dei bambini e, una volta aperti, andrebbero lasciati in balcone per almeno un giorno a prendere aria. La Siaip consiglia anche di comprare un bell’abete naturale e non sintetico, soprattutto per la salute dei bambini allergici. Infine, particolare attenzione va anche posta alle condizioni ambientali. Su tutte c’è l’umidità, poiché gli acari sono costituiti per il 50 per cento di acqua e per vivere e riprodursi hanno bisogno di un ambiente in grado di fornire loro l’acqua necessaria.

Naomi Sally Santangelo

 

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