Fino a qualche tempo fa, se qualcuno avesse pensato di trovare una soluzione per illuminare gli ambienti interni producendo contestualmente acqua potabile sarebbe stato preso per pazzo. Strano ma vero, oggi questa suggestione si è trasformata in realtà.
Il Solar Desalination Skylight è infatti in grado di svolgere questa duplice funzione. Si tratta di un lampadario ideato dal giovane architetto neozelandese – ma da anni residente in Danimarca – Henry Glogau.
Questa “idro-lampada”, che viene alimentata soltanto dall’acqua del mare e dalla luce solare, potrebbe concretamente rappresentare in futuro una valida soluzione per le tante aree del mondo sprovviste sia di fornitura energetica che di acqua pulita e sicura.
Solar Desalination Skylight: la lampada impossibile
Il funzionamento di questo dispositivo ricalca quello del ciclo naturale della pioggia: evaporazione, condensazione e precipitazione, consentendo a chi lo utilizza di ottenere acqua potabile epurata dal sale, ma anche e soprattutto dagli agenti inquinanti.
Attraverso l’evaporazione, l’acqua marina – facilmente reperibile in Cile – perde il sale, il vapore venutosi a creare si condensa quindi in goccioline che vanno poi a confluire verso la parte centrale della lampada, da dove l’acqua desalinizzata esce poi tramite un rubinetto.
“È di vitale importanza – ha spiegato Glogau – iniziare ad utilizzare sistemi che sfruttano l’ambiente a nostro vantaggio per la produzione di risorse primarie per l’uomo, come l’acqua dolce e la luce”.
Il progetto è stato sviluppato in Cile, con il sostegno dell’ONG locale ‘Techo’. Nel Paese sudamericano sono oltre centomila le persone che vivono in ambienti sprovvisti di acqua potabile, corrente elettrica ed accesso ai servizi igienico-sanitari di base.
Nel mondo sono invece complessivamente 2,2 miliardi (oltre il 25% della popolazione totale del pianeta) le persone che non hanno accesso all’acqua potabile e pulita: ‘‘Considerando che il Cile è un paese con una morfologia unica – ha sottolineato ancora l’architetto neozelandese Henry Glogau – che si affaccia per tutta la sua lunghezza sull’Oceano Pacifico, abbiamo pensato di usare l’acqua del mare e l’energia del Sole, ovvero due elementi reperibili con estrema facilita e in grande abbondanza in questa area del pianeta”.
Per il momento Glogau è riuscito ad introdurre il dispositivo da lui ideato in un unico insediamento informale in Cile, noto come “Nueva Esperanza”, situato nell’area di Mejillones, ma l’obbiettivo dell’architetto è portare presto la sua invenzione in tutto il mondo, nella speranza di risolvere alcuni dei problemi causati dalla siccità.