“La situazione è insostenibile – ha spiegato il sindaco -: o il governo prende decisioni immediate oppure sciopererà tutta l’isola. Sarà direttamente l’amministrazione a dichiarare lo sciopero, chiudendo tutto. Non è possibile continuare a sopportare queste angherie da parte del governo. Le condizioni di vivibilità all’interno del centro di accoglienza di Lampedusa sono insopportabili, e sarà così fino a quando non si avvieranno trasferimenti in misura tale da superare il sovraffollamento: è una situazione che ho denunciato da tempo, così come l’allarme per aumentare la sorveglianza ed impedire che migranti escano dalla struttura. Gli effetti dell’emergenza migranti a Lampedusa non si limitano al solo Centro di accoglienza”. Il governatore siciliano Nello Musumeci, una settimana fa, aveva emanato un’ordinanza di sgombero di tutti i centri d’accoglienza siciliani, sospesa però dal Tas di Palermo per effetto del ricorso presentato dal Viminale. Ora Musumeci torna ad alzare la voce, come fatto quotidianamente questi giorni: “Mi rivolgo direttamente al presidente Conte. Lampedusa non ce la fa più. La Sicilia non può continuare a pagare l’indifferenza di Bruxelles e il silenzio di Roma. E ieri abbiamo anche sentito qualche irresponsabile pronunciare frasi incomprensibili come ‘non esiste l’emergenza’ (pronunciata dal ministro degli Interni Luciana Lamorgese) C’è una emergenza umanitaria e sanitaria. Lo dicono i numeri. Lo dicono i fatti. E non basta impugnare una ordinanza per negare la realtà. È tempo di decisioni forti. Presidente Conte, convochi il Consiglio dei ministri per affrontare l’emergenza di questi mesi, divenuta insopportabile in queste ore. Lo chiedo da presidente di una Regione che, come prevede lo Statuto, ha diritto di partecipare al Consiglio quando si affrontano decisioni che riguardano la mia Isola. Lo chiedo con rispetto, ma con fermezza. Non costringete i lampedusani a scioperi e serrate. È un luogo meraviglioso, quello: non merita questo trattamento”.