Lampedusa, la nave Mare Jonio sequestrata: la Procura indaga per favoreggiamento

Il comandante della nave Mare Jonio, Pietro Marrone, è stato convocato nella notte nella caserma della Guardia di Finanza di Lampedusa per la notifica del provvedimento di sequestro probatorio della nave arrivata ieri al molo commerciale con a bordo 48 migranti. Gli interrogatori ell’equipaggio dell’imbarcazione si terranno questa mattina presso la Capitaneria di porto di Lampedusa.

La Procura, guidata da Luigi Patronaggio, indaga per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma al momento senza indagati. I magistrati, che lo scorso agosto avevano indagato il ministro Matteo Salvini per sequestro di persone, dovranno valutare se la nave ha agito correttamente e se l’operato dell’equipaggio è stato legittimo. In particolare, occhi puntati sulla comunicazione via radio tra la Gdf e la nave. Le Fiamme gialle hanno intimato l’alt durante la navigazione ma la nave ha proseguito a corsa perché “c’erano onde molto alte”.
Per il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, i responsabili della ong andrebbero arrestati come avviene per chi “forza un posto di blocco stradale di polizia. La nave ha ignorato le indicazioni dei libici e scelto di navigare verso l’Italia, disobbedendo alla richiesta di non entrare nelle acque italiane”. “Ho informazioni, faccio il ministro: è certo che questa imbarcazione non abbia soccorso naufraghi che rischiavano di affogare ma sia inserita in un traffico di esseri umani, organizzato, concordato e programmato”, ha aggiunto.
Il vicepremier ha poi ribadito che il salvataggio della ong italiana è una provocazione organizzata da giorni. “Io credevo a babbo Natale fino a quando avevo 8 anni. Poi con rammarico un mio compagna di classe mi disse che i regali me li portavano mamma e papà. Da allora ho smesso di credere sia a babbo Natale sia alle coincidenze”, ha affermato. “Questo presunto salvataggio di questa nave gestita dai centri sociali era organizzato da giorni ha evidenziato -. Sono sicuro che si sia trattata di una provocazione politica che ha messo a rischio 50 vite”.

Il portavoce della Marina libica, l’ammiraglio Ayob Amr Ghasem, ha confermato che la nave Mare Jonio del progetto Mediterranea avrebbe agito scorrettamente nel salvataggio dei migranti. Una pattuglia portatasi nell’area dove era stato segnalato il gommone “ha scoperto che una ong non aveva preso contatto” con la guardia costiera libica, ha detto il portavoce in dichiarazioni all’Ansa. “Hanno preso contatto dopo” l’intervento “e hanno sostenuto che i migranti erano in una condizione che necessitava un salvataggio” ma “ciò è scorretto”, ha sostenuto Ghasem.

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