Strage migranti: 111 i morti, oltre 250 dispersi. Lutto nazionale

Migranti che partono con la speranza di una vita migliore, ma che spesso non raggiungono nemmeno la meta agognata. Muoiono prima, vittime non del mare e neppure dello stremo di un viaggio spesso esasperante ma, piuttosto,  dell’indifferenza di un governo che, purtroppo,  resta a guardare. E’ quello che è accaduto per l’ennesima volta a Lampedusa. Una nave con a bordo 500 migranti  si è rovesciata e ha preso fuoco.   Sono già 94 i cadaveri recuperati, tra loro 47 donne, due delle quali incinte, e quattro bambini. Le salme si trovano nell’hangar dell’aeroporto. Dei migranti 155 sono stati messi in salvo. Nel relitto, individuato a 47 metri di profondità, ci sarebbero decine di morti, rimasti imprigionati nella carretta del mare. Qualcuno parla di un centinaio di morti, ma il numero esatto ancora non si conosce. Sul luogo ci sono i sommozzatori dei Vigili del fuoco e della Guardia costiera. Secondo i carabinieri i migranti per farsi notare dagli isolani hanno dato fuoco a una coperta e questa potrebbe essere stata la causa dell’incendio che si e’ sviluppato a bordo. L’allarme del naufragio è stato dato dall’equipaggio di due pescherecci che transitavano nella zona.

Sindaco Lampedusa: “Motopesca hanno finto di non vedere”.  Scosso il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini: “E’ una tragedia”, ha dichiarato ai giornalisti, dopo il recupero dei corpi in mare.”- Ma poi lo sgomento lascia il posto alla rabbia: “Basta! Ma che cosa aspettiamo? Cosa aspettiamo oltre tutto questo? E’ un orrore continuo” dice il sindaco Nicolini. “Le dimensioni non le conosciamo ancora – dice Nicolini – Se è vero che erano 500 sul barcone e in salvo già sul molo ce ne sono soltanto 130, è davvero un orrore”.Il sindaco poi ha lanciato l’accusa contro tre motopesca  che  avrebbero fatto finta di non vedere gli immigrati che chiedevano loro aiuti per paura di infrangere le leggi. ì”Forse hanno spostato il tiro verso le coste della Sicilia sud orientale – è il racconto di Nicolini -. Non ci sono stati più gli avvistamenti a 40 o 50 miglia. E’ arrivata sottocosta verso le 3, alle 4 hanno tentato di chiedere aiuto ma non avevano campo. Hanno acceso dei fuochi per farsi notare. Ben tre motopesca erano passati e non li hanno visti, o hanno fatto finta di non vedere. Le leggi che abbiamo costruito in questi anni hanno fatto si che andassero sotto inchiesta armatori e pescatori che hanno salvato la vita delle persone. Abbiamo costruito un sistema normativo disumano, che ha prodotto questo, ovvero che 3 motopesca sono passati e non li hanno soccorsi”. Subito dopo la denuncia del Sindaco, il Codacons ha chiesto alla Procura di Agrigento di individuare le imbarcazioni e procedere per il reato di omissione di soccorso e concorso in strage. L’iniziativa del Codacons trae spunto da quanto affermato, appunto, dal sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. “Se confermati i fatti così come descritti dai migranti sopravvissuti, si tratterebbe di una gravissima omissione con pesanti ripercussioni sul piano penale – ha spiegato il presidente Codacons Carlo Rienzi – Rifiutare il soccorso in mare, infatti, in tale circostanza equivale a contribuire ad una vera e propria strage. Per questo presenteremo oggi stesso un esposto alla Procura di Agrigento chiedendo di accertare i fatti e, nel caso quanto dichiarato dal Sindaco risulti confermato, individuare le imbarcazioni che hanno omesso di prestare aiuto e procedere verso i responsabili per il reato di omissione di soccorso e concorso in strage” – ha concluso Rienzi.

Immediata la smentita di Alfano. Il ministro dell’Intern nega che pescherecci passati vicino al barcone naufragato a Lampedusa abbiano finto di non vederlo. “I pescherecci passati lì vicino certamente non hanno visto i migranti”, ha detto il ministro, intervenuto per sgomberare il campo dalle polemiche. “Noi siamo un popolo dal grande cuore e l’abbiamo sempre dimostrato”. “I migranti – ha aggiunto – hanno incendiato una coperta proprio perché non li avevano visti”.

L’incidente è avvenuto  nella zona tra la Tabaccara e l’Isola dei Conigli. A causare il rovesciamento dell’imbarcazione, un incendio dovuto probabilmente ad un corto circuito. Decine e decine di profughi che  per il panico si sono gettati in acqua, come raccontano i sopravvissuti ancora sotto choc. Alcuni dei migranti in mare si sono messi a nuotare per raggiungere gli scogli mentre i pescherecci, che si trovavano nella zona del naufragio dove sono giunte cinque motovedette della Guardia costiera, oltre ai mezzi della Guardia di Finanza, tentavano di metterli in salvo. Una vera e propria catena umana per aiutare gli immigrati finiti in acqua che ancora adesso sarebbero circa 200.

Soccorritore: “Ci sono morti ovunque. E’ terribile”. “Ci sono morti ovunque. E’ terribile”. E’ quanto racconta in lacrime uno dei soccorritori che si trova su uno dei pescherecci che stanno recuperando i cadaveri dal mare. “Sono decine i morti, molti galleggiano – dice ancora. Sembra un incubo”.  Intanto, un peschereccio con i primi 60 migranti sopravvissuti sono in arrivo nel porto di Lampedusa.

Alfano riferirà in Parlamento.  Il ministro degli Interni Angelino Alfano riferirà nei prossimi giorni al Parlamento sulla tragedia di Lampedusa. Sollecitazioni in tal senso sono venuita da diversi gruppi parlamentari, sia alla Camera che al Senato. L’informativa sarà concordata con Alfano dai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso. Alfano e Boldrini sono oggi insieme sull’isola a portare la solidarietà e il sostegno di Governo e Parlamento.

Papa Francesco: “E’ una vergogna”. “Parlando di pace, parlando della inumana crisi economica mondiale, sintomo grave della mancanza di rispetto per l’uomo, non posso non ricordare con grande dolore le numerose vittime dell’ennesimo tragico naufragio avvenuto oggi a largo di Lampedusa”. Così il Papa ha parlato a braccio nel corso di un’udienza ai partecipanti ad un convegno sulla enciclica “Pacem in terris” scritta da Giovanni XXIII 50 anni fa. “Viene la parola vergogna. E’ – ha ripetuto Bergoglio tra gli applausi – una vergogna”. “Preghiamo insieme Dio – ha detto ancora il Papa – per chi ha perso la vita: uomini donne bambini, per i famigliari e per tutti i profughi. Uniamo i nostri sforzi perché non si ripetano simili tragedie. Solo una decisa collaborazione di tutti può aiutare a prevenirle”.

Boldrini: “Tutti vittime di questa globalizzazione dell’indifferenza”. “Siamo tutti vittime consapevoli o no, di quella ‘globalizzazione dell’indifferenza’ che proprio a Lampedusa Papa Francesco ha denunciato in modo sferzante”. E’ la denuncia della presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha sottolineato inoltre la perdurante mancanza di soluzioni a questi drammi e annunciando che si recherà nell’isola.

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