Anticipo con insulti a Sergio Mattarella e striscioni offensivi contro Giuseppe Conte a Pontida. La Lega torna all’opposizione e si attende un raduno “da record, più grande di sempre”, come ha detto Matteo Salvini, all’assemblea federale dei Giovani della Lega, riunita come ogni anno il giorno prima dell’appuntamento nella cittadina della Bergamasca simbolo del leghismo.
L’assise è stata animata dal comizio del deputato di Bussolengo, nel Veronese, Vito Comencini. Mattarella “mi fa schifo”, ha scandito il 31enne studente di Giurisprudenza. “Mi fa schifo chi non tiene conto del voto del 34% degli italiani”, ha incalzato tra gli applausi dell’assemblea, i cui partecipanti hanno intonato più volte il coro ‘Elezioni’.
Molto duro anche lo striscione contro il presidente del Consiglio, issato dai giovani leghisti, tra gli stand gastronomici dove Salvini ha cenato con pizzoccheri della Valtellina. ‘Conte infame per te solo letame’, sono le parole che gli ex lumbard riservano al premier, fino al mese scorso alleato e che ora guida il governo Pd-M5s.
Durante l’assemblea, Salvini ha tenuto a bada i suoi che intonavano cori in cui si chiedeva che Luigi Di Maio tornasse a lavorare allo stadio di Napoli. “Rispetto per il ministro degli Esteri”, ha detto Salvini, il quale ha bloccato anche i ragazzi che intonavano ‘Chi non salta comunista è’, affermando che i veri comunisti, quelli di una volta, come Enrico Berlinguer si stanno rivoltando nella tomba a vedere “traditori poltronisti” come Matteo Renzi, Maria Elena Boschi e Nicola Zingaretti.
A chi gli chiedeva un commento alle parole di Comencini, Salvini non ha voluto rispondere. Ai suoi ha parlato di “toni sbagliati”. “Ma la gente vuole votare”, ha aggiunto, “comunque io parlo di cose vere, non mi interessano gli insulti”.
Il segretario leghista, che oggi ha lanciato la proposta di iniziativa regionale per tenere un referendum abrogativo della parte proporzionale del Rosatellum bis, ha riunito a Milano in mattinata gli amministratori leghisti e tutti i governatori di centrodestra, escluso il siciliano Nello Musumeci. Domani – attese 30mila persone da tutta Italia – sarà “una Pontida di unione”, di “apertura” a tutte le formazioni politiche che hanno a cuore gli interessi degli italiani, primo passo di un “percorso di ricostruzione”, ha spiegato.
Attesi con lui sul palco, dove ‘debutta’ per la prima volta il Tricolore, i capigruppo di Camera e Senato, sindaci del Sud, i governatori del Nord, rappresentanti dei disabili e dei risparmiatori truffati dalle banche.