L’appello ai candidati del Coordinamento Imprenditori: impegno su Autonomia, imprese, energia e lavoro

Il Coordinamento provinciale imprenditori, che riunisce le principali associazioni imprenditoriali trentine, in vista delle elezioni politiche del 25 settembre, ha inviato a tutte le forze politiche che si presenteranno alle urne un documento con i temi aperti sui quali le imprese e le famiglie si aspettano interventi concreti ed efficaci: dall’emergenza energia ai bandi PNRR, dalla tutela e crescita dell’Autonomia al mercato del lavoro

Dialogo e attenzione all’ascolto: è questo che gli imprenditori trentini chiedono ai candidati alle prossime elezioni politiche del 25 settembre; un metodo che consenta il superamento di alcune criticità che negli ultimi mesi stanno mettendo a dura prova il tessuto economico. «Dal prossimo Governo – si legge nel documento – pur nell’autonomia della propria visione strategica e programmatica e sulla base del mandato elettorale ricevuto, imprese e cittadini si aspettano politiche, scelte e decisioni che, urgentemente e celermente, devono consentire di affrontare e risolvere i problemi che, a tutti i livelli, interessano la vita e l’economia italiana e che aspettano di essere affrontati e risolti».

«Le  imprese trentine – spiega il presidente di turno del Coordinamento Giovanni Bort – stanno affrontando una crisi senza precedenti: dopo due anni di pandemia e limitazioni, il conflitto russo-ucraino, la folle corsa dei rincari di energia e materie prime, gli eventi climatici estremi, per citare solo i temi più evidenti, il nostro tessuto economico ha bisogno di interventi concreti da parte del Governo».

In primis, il Coordinamento indica la tutela e lo sviluppo dell’Autonomia come un quadro di riferimento nel quale disegnare il futuro del territorio: «L’Autonomia non è un privilegio ma un sistema di governo che ha consentito lo sviluppo economico e sociale di una terra che usciva da una secolare condizione di sottosviluppo. Va fatta crescere la cultura dell’Autonomia come cultura della responsabilità ed anche dell’autoimprenditorialità: consentire lo sviluppo dell’economia vuol dire rafforzare l’Autonomia».

In tema di Europa e PNRR il Coordinamento è altrettanto netto: occorre dare concretezza ai progetti previsti dal piano senza indugiare, privilegiando investimenti infrastrutturali, digitalizzazione, le tecnologie che consentono risparmi energetici, il recupero del patrimonio edilizio esistente, la valorizzazione di nuove fonti energetiche naturali. C’è bisogno, in particolare, di rendere efficienti e snellire i processi burocratici ed i rapporti con la pubblica amministrazione, semplificando e correggendo le criticità che ostacolano una piena attuazione dei progetti. In questo senso, l’Europa deve porsi come un orizzonte politico unitario, evitando centralismi o sovrapposizioni burocratiche inutili.

E proprio l’Europa è la sede dove attuare politiche economiche di contenimento dei costi energetici: «Le misure fino ad ora adottate dal governo, pur corpose (43 miliardi nel 2021 e 100 miliardi nel 2022), hanno contenuto solo in parte gli straordinari aumenti delle tariffe, mentre la crisi di governo, chiudendo anticipatamente la legislatura, ha introdotto elementi di incertezza e determinato un ritardo rispetto all’adozione di ulteriori provvedimenti specifici a sostegno di imprese e famiglie. È necessario agire tempestivamente per scongiurare che si verifichino nuovamente ricadute negative dal punto di vista economico, sociale e occupazionale che, purtroppo, abbiamo già avuto modo di misurare durante la pandemia». Occorre ridurre la dipendenza energetica del Paese e intervenire per semplificare le buone pratiche come la creazione delle Comunità energetiche.

Non da meno il Coordinamento si aspetta interventi significativi anche in tema di riduzione del cuneo fiscale e contributivo, con una riforma che abbia come cardini di azione la riduzione della burocrazia e lo sviluppo della competitività del sistema economico. Allo stesso tempo, è improcrastinabile agire anche sul mercato del lavoro, attraverso le leve del welfare aziendale e della detassazione di incentivi e premi di produttività. La difficoltà di reperimento di personale qualificato è un problema trasversale a tutti i settori e va risolto con un’azione di sistema che sappia sviluppare parallelamente competenze, formazione e nuove tecnologie.

Il Coordinamento sottolinea anche la specificità territoriale dell’economia trentina che se da un lato consente di sviluppare particolari opportunità – come il turismo o, nello specifico, le prossime Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 – dall’altro lato si presenta come un territorio fragile e complesso che necessita di politiche adeguate e comuni alle aree montane.

Dialogo e attenzione all’ascolto: è questo che gli imprenditori trentini chiedono ai candidati alle prossime elezioni politiche del 25 settembre; un metodo che consenta il superamento di alcune criticità che negli ultimi mesi stanno mettendo a dura prova il tessuto economico. «Dal prossimo Governo – si legge nel documento – pur nell’autonomia della propria visione strategica e programmatica e sulla base del mandato elettorale ricevuto, imprese e cittadini si aspettano politiche, scelte e decisioni che, urgentemente e celermente, devono consentire di affrontare e risolvere i problemi che, a tutti i livelli, interessano la vita e l’economia italiana e che aspettano di essere affrontati e risolti».

«Le  imprese trentine – spiega il presidente di turno del Coordinamento Giovanni Bort – stanno affrontando una crisi senza precedenti: dopo due anni di pandemia e limitazioni, il conflitto russo-ucraino, la folle corsa dei rincari di energia e materie prime, gli eventi climatici estremi, per citare solo i temi più evidenti, il nostro tessuto economico ha bisogno di interventi concreti da parte del Governo».

In primis, il Coordinamento indica la tutela e lo sviluppo dell’Autonomia come un quadro di riferimento nel quale disegnare il futuro del territorio: «L’Autonomia non è un privilegio ma un sistema di governo che ha consentito lo sviluppo economico e sociale di una terra che usciva da una secolare condizione di sottosviluppo. Va fatta crescere la cultura dell’Autonomia come cultura della responsabilità ed anche dell’autoimprenditorialità: consentire lo sviluppo dell’economia vuol dire rafforzare l’Autonomia».

In tema di Europa e PNRR il Coordinamento è altrettanto netto: occorre dare concretezza ai progetti previsti dal piano senza indugiare, privilegiando investimenti infrastrutturali, digitalizzazione, le tecnologie che consentono risparmi energetici, il recupero del patrimonio edilizio esistente, la valorizzazione di nuove fonti energetiche naturali. C’è bisogno, in particolare, di rendere efficienti e snellire i processi burocratici ed i rapporti con la pubblica amministrazione, semplificando e correggendo le criticità che ostacolano una piena attuazione dei progetti. In questo senso, l’Europa deve porsi come un orizzonte politico unitario, evitando centralismi o sovrapposizioni burocratiche inutili.

E proprio l’Europa è la sede dove attuare politiche economiche di contenimento dei costi energetici: «Le misure fino ad ora adottate dal governo, pur corpose (43 miliardi nel 2021 e 100 miliardi nel 2022), hanno contenuto solo in parte gli straordinari aumenti delle tariffe, mentre la crisi di governo, chiudendo anticipatamente la legislatura, ha introdotto elementi di incertezza e determinato un ritardo rispetto all’adozione di ulteriori provvedimenti specifici a sostegno di imprese e famiglie. È necessario agire tempestivamente per scongiurare che si verifichino nuovamente ricadute negative dal punto di vista economico, sociale e occupazionale che, purtroppo, abbiamo già avuto modo di misurare durante la pandemia». Occorre ridurre la dipendenza energetica del Paese e intervenire per semplificare le buone pratiche come la creazione delle Comunità energetiche.

Non da meno il Coordinamento si aspetta interventi significativi anche in tema di riduzione del cuneo fiscale e contributivo, con una riforma che abbia come cardini di azione la riduzione della burocrazia e lo sviluppo della competitività del sistema economico. Allo stesso tempo, è improcrastinabile agire anche sul mercato del lavoro, attraverso le leve del welfare aziendale e della detassazione di incentivi e premi di produttività. La difficoltà di reperimento di personale qualificato è un problema trasversale a tutti i settori e va risolto con un’azione di sistema che sappia sviluppare parallelamente competenze, formazione e nuove tecnologie.

Il Coordinamento sottolinea anche la specificità territoriale dell’economia trentina che se da un lato consente di sviluppare particolari opportunità – come il turismo o, nello specifico, le prossime Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 – dall’altro lato si presenta come un territorio fragile e complesso che necessita di politiche adeguate e comuni alle aree montane.

Assolutamente trasversale, invece, è il tema della legalità e della sicurezza. Un tema sul quale le imprese chiedono un impegno massiccio, poiché subito dopo l’aspetto sociale, i fenomeni di delinquenza e criminalità sono un danno pesante anche per le attività economiche.

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