Laura Pausini ha rifiutata di cantare Bella ciao in un programma televisivo spagnolo “perché è una canzone politica”. Scrivendo in spagnolo la cantante romagnola ha detto: “No canto canciones politicas ni de derecha y ni de izquierda”, e cioè “non canto canzoni politiche né di destra né di sinistra. Ciò che penso della vita lo canto da ormai 30 anni. Che il fascismo sia una vergogna assoluta mi sembra ovvio per tutti. Non voglio che nessuno mi utilizzi per la propaganda politica. Non inventino ciò che non sono”.
Prime reazioni anche nel mondo della musica: “Tutto il mio disprezzo per Laura Pausini” ha scritto Pierpaolo Capovilla, “e per tutti coloro che non abbiano non il coraggio, ma il buon senso di cantare Bella Ciao. La più bella canzone di sempre”. Poi il cantante del Teatro degli Orrori ha aggiunto: “La vergogna della canzone italiana nel mondo, che possa sparire per sempre. Non c’è più dignità, né orgoglio, nella nostra storia. Che schifo che fai, canzone italiana. Sprofonda nel tuo bel mare. Libera il mondo”.
La difende, invece, Simone Cristicchi: “Posso capire la scelta della Pausini, ci sono cantanti che non vogliono dichiararsi politicamente e Bella ciao è una canzone che è stata spesso demonizzata e messa al centro di numerose polemiche. Questo però non significa che la Pausini sia per forza di destra. Bella ciao è una canzone che appartiene a tutti quindi non ha un colore politico. Se la gente studiasse la storia saprebbe che quella canzone rappresenta non soltanto la fazione dei partigiani di sinistra ma anche una serie di altre formazioni partigiane che non erano necessariamente di sinistra. Ma se la Pausini l’avesse cantata probabilmente si sarebbero scatenate altre polemiche, come è successo a me con ‘Magazzino 18’, quando fui attaccato dall’estrema sinistra perché ho raccontato i crimini commessi sul confine orientale nel dopoguerra dai partigiani di Tito. A me hanno dato del fascista per anni non solo sui social ma anche nei teatri”.
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Una mattina mi son’ svegliato
E ho trovato l’invasor
O partigiano portami via
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano portami via
Ché mi sento di morir
E se io muoio da partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
E se io muoio da partigiano
Tu mi devi seppellir
E seppellire lassù in montagna
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
E seppellire lassù in montagna
Sotto l’ombra di un bel fior
Tutte le genti che passeranno
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Tutte le genti che passeranno
Mi diranno: che bel fior
E quest’ è il fiore del partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
E quest’è il fiore del partigiano
Morto per la libertà
Leggendo il testo appare più che chiaro che è un brano più che gradito alla sinistra e al mito della resistenza e dei partigiani.
Tra i politici, durissima contro la Pausini la nota di Mariza Bafile, candidata del Partito Democratico alla Camera dei Deputati per la circoscrizione Estero-Europa: “È vergognosa la posizione di Laura Pausini che si è rifiutata di cantare #BellaCiao sulla tv spagnola. Come figlia di un partigiano vorrei ricordare alla Pausini che #BellaCiao ha accompagnato la lotta contro il fascismo e che, se lei può vivere in una democrazia, lo deve alle persone che sono morte intonando quell’inno. Per un’Italia libera e democratica, come ha ricordato l’associazione “A Madrid si muove un’altra Italia” #enmadridotraitalia, durante la commemorazione del 25 aprile”.
Di diverso segno il commento dell’ex parlamentare Pd Anna Paola Concia, che dice: “Adesso il problema è Laura Pausini che non canta Bella ciao. Davvero? Di tendenza? Le bollette non vi sono ancora arrivate?”. Mentre, dopo l’attestazione di stima ricevuta da Matteo Salvini, Pausini riceve il plauso del giornalista fondatore di centro-destra.it Giorgio La Porta che dice: “La colpa di Laura Pausini non è non di non aver cantato Bella ciao, ma di non aver mai dovuto elemosinare successo alla sinistra al Concertone del Primo maggio, alle feste dell’Unità e così via. È la differenza tra chi è bravo e chi è servo… Forza Laura e W la libertà!”.
Dalla parte di Laura si schiera anche la giornalista del Secolo d’Italia Hoara Borselli: “Laura Pausini alla gogna per non aver intonato Bella ciao in uno show spagnolo. La sinistra inorridita non si capacita di come possa esistere un’artista non politicizzata che non insulti la destra o la Meloni. Invece esiste e Laura l’ha dimostrato. Grande!”. Apprezzamento viene twittato anche dall’account Il patriota: “Laura Pausini rifiuta di cantare Bella ciao in diretta tv in Spagna. Finalmente anche nel mondo dell’arte qualcuno comincia a opporsi alla dittatura culturale della sinistra”.
Tantissimi i commenti di segno opposto: “Bella ciao non è una canzone politica. È una canzone di resistenza e di libertà di un popolo contro l’invasore. È un inno di libertà contro le oppressioni. Scegliere di non cantarla è una scelta politica”. “Laura Pausini mi ricorda que++++lli che dicono che non sono né di destra, né di sinistra e, in genere, sono di destra”, scrive un’altra internauta.
“All’estero vedono Bella ciao per quello che è, una canzone di liberazione. È ‘divisiva’ o ‘politica’ solo se sei fascista, perché divide in fascisti e antifascisti”, sottolinea un altro tweet. Qualcuno cita la cantante che dice “non voglio che nessuno mi usi per propaganda politica”, poi allega l’attestazione di stima di Salvini e commenta: “Qui però c’è qualcuno che ti sta usando proprio per fare propaganda politica. Ora, per coerenza, ci attendiamo anche una tua netta presa di posizione contro Salvini, perché la prenderai vero?”.
Tanti fanno ricorso all’ironia: “Ora chi lo dice a Povia che la nuova icona della destra è Laura Pausini?”, scrive un utente. “Non canto La donna cannone perché sono contro le armi”, scherza un altro.
Laura Pausini ha potuto contare sul sostegno di Matteo Salvini, il leader della Lega ha rilanciato le sue parole aggiungendo un commento: “Stima per Laura Pausini“.
Un boomerang mediatico. L’artista non voleva essere “usata” ma è finita comunque al centro della scena. Laura Pausini è nota in tutto il mondo, ha dalla sua un lungo curriculum musicale, esperienza televisive di livello e una storia che ricorda, qualora ce ne fosse bisogno, le sue posizioni sul fronte dei diritti. “Bella Ciao”, alla fine della fiera, è un simbolo della Resistenza ed è una canzone antifascista. E l’antifascismo, in assenza del fascismo, è fuori luogo visto che parlare oggi di Resistenza è semplicemente anacronistico. Non sbaglia Laura Pausini rifiutando di cantare Bella Ciao in questo momento storico che vede l’Italia in campagna elettorale. Basta vedere le reazioni provenienti dal campo della sinistra per il suo rifiuto e si capirà se era o non era un segnale politico cantarla…