L’Austria sospende Schengen. Controlli rafforzati in Italia

‘Chiediamo al Governo di annunciare ufficialmente che, in caso di chiusura delle frontiere da parte dell’Austria, l’Italia chiuderà contestualmente il proprio confine con la Slovenia’, è la richiesta secca di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia. La richiesta arriva, in contemporanea,  nel giorno dell’annuncio dell’Austria della sospensione, temporanea, degli accordi di Schengen. La Meloni è sintetica: ‘C’è il rischio che le centinaia di migliaia di immigrati provenienti dalla rotta balcanica e diretti nel nord Europa saranno dirottati in Italia attraverso i nostri confini orientali. Così l’Italia sommerà agli arrivi via mare dal nord Africa anche tutti gli arrivi via terra. Insomma, stiamo per diventare ufficialmente il campo profughi del continente europeo’. Nel centrodestra l’allarme sulla possibile invasioni dei migranti rimasti bloccati dall’Austria è pressoché unanime: ‘L’Italia con la sua frontiera orientale rappresenta, dopo la sospensione di Schengen da parte dell’Austria, il ventre molle di un’Europa che, al di fuori di una retorica politicamente corretta, nei fatti chiude i confini e in certi stati del Nord fa pagare ai migranti le spese per l’accoglienza’, afferma la deputata di Forza Italia, Sandra Savino, commentando la decisione del governo austriaco di ripristinare i controlli alle frontiere. Sulla stessa linea anche Matteo Salvini: ‘L’Austria ha deciso di sospendere il Trattato di Schengen e di tornare a controllare e difendere i suoi confini. Lo stesso hanno appena fatto Svezia e Danimarca. E in Italia? In Italia continuano ad entrare e uscire cani e porci. Tanto abbiamo Renzi, Alfano e Boldrini a difenderci. Presto sarà a un posto di frontiera a documentare la mancanza di qualsiasi controllo’. Nella realtà di fatto se l’Austria e la Germania decideranno effettivamente di limitare l’accoglienza dei migranti anche la Slovenia è pronta ad adottare subito misure analoghe, inclusa la sospensione di Schengen con la reintroduzione di controlli di documenti ai suoi confini, come ha annunciato il governo di Lubiana, dopo che il cancelliere austriaco Werner Faymann, due giorni fa, ha ordinato di rafforzare il controlli ai confini austriaci, con una sospensione temporanea della libera circolazione delle persone. Nel momento in cui questa decisione di Vienna diventerà effettiva, anche la Slovenia, ha comunicato il governo di Lubiana, introdurrà controlli ai propri confini al fine di regolare il flusso dei migranti in arrivo dalla Croazia. Nel caso gli interessi nazionali della Slovenia venissero messi a rischio o se altri Paesi agiranno unilateralmente Lubiana è pronta a mettere in atto ‘misure concrete’ ai propri confini, conclude il comunicato del governo. Secondo fonti giornalistiche, l’Austria potrebbe ufficialmente sospendere il trattato di Schengen entro la fine di questa settimana e sabato ha annunciato, come dicevamo in precedenza, di volere annullare temporaneamente le regole di Schengen sulla libera circolazione in Europa. Il controllo delle persone che vengono nel nostro Paese è stato rafforzato, ha detto Faymann in un’intervista al giornale Oesterreich, in cui ha affermato: ‘Esattamente come fa la Germania abbiamo deciso di aumentare i controlli alle frontiere e di effettuare rimpatri’. Al momento resta alta l’attenzione sul confine austriaco a Tarvisio, delicato punto di transito per i migranti che lasciano Germania e Austria dopo le recenti restrizioni da parte dei due Paesi. Dal primo gennaio di quest’anno, ovvero in soli 16 giorni, sono già saliti a 222 gli stranieri rintracciati a Tarvisio in operazioni coordinate dalla Polizia di frontiera. Dei rintracciati, 150 sono stati riammessi in territorio austriaco, e altri cinque sono stati arrestati perché erano già destinatari di decreti di espulsione e, nonostante ciò, erano rientrati in Italia.  La vigilanza a Tarvisio, è stata notevolmente rafforzata negli ultimi tempi. A dare man forte alla Polizia di frontiera sono arrivati nella cittadina friulana unità della Polizia di Stato aggregate dal Reparto Mobile di Padova e militari dell’Esercito Italiano che stanno operando con le Forze dell’ordine. Per ora la situazione è dunque sotto controllo, ma restano i timori per una potenziale nuova ondata di arrivi in particolare dalla Germania, che già aveva dichiarato di non poter accogliere afghani e pachistani e ha cominciato a stringere le maglie dopo i fatti di Colonia.

Cocis

 

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