Lavora un giorno solo, fa causa e ottiene il posto fisso

Otto ore di lavoro. Tanto è bastato per avere un contratto a tempo indeterminato e 14mila e 200 euro di risarcimento all’egiziano I. A., lavapiatti per un giorno in un ristorante di Varazze. L’uomo aveva sottoscritto un contratto a tempo determinato come lavapiatti e cuoco, con tanto di patto che prevedeva un periodo di prova di 30 giorni. Ai datori ne era bastato uno soltanto: il 1 luglio 2010, per stabilire che non fosse adatto. Indetta la causa, con il patrocinio dell’avvocato Matteo Paulli, il Tribunale di Milano sezione lavoro ha stabilito che il 32enne sia assunto a tempo indeterminato con tanto di risarcimento.
“Un solo giorno non è infatti sufficiente per valutare le capacità del lavoratore”, è scritto nelle motivazioni dal giudice che dichiara inoltre nullo il termine del contratto. L’accordo a tempo determinato, si legge, era infatti giustificato da “esigenze straordinarie dovute al turismo”, ma andava da luglio a dicembre, “pieno inverno”, scrive il giudice, tale da non giustificare in una località marina il turismo.

Non solo, il ricorrente aveva spiegato che le mansioni erano di cuoco e lavapiatti, mentre nel contratto sottolineano i giudici, si faceva “un vago riferimento a un servizio alla ristorazione, che poteva anche essere inteso come servizio ai tavoli”. Ne deriva a parere del magistrato che il contratto di prova sia nullo, “non essendo il lavoratore a conoscenza dell’oggetto delle mansioni”. E in ogni caso, se anche si volesse ritenere “sufficientemente specificata” la mansione, è scritto nelle motivazioni, il periodo di prova risulta comunque inadeguato. Un giorno non può essere sufficiente per valutare un lavoratore, ma è bastato per fargli ottenere un posto fisso.

TM

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