“Concordo con il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi: l’intervento cardine nella crisi attuale è quello sul cuneo fiscale. Occorre superare la logica dei bonus e adottare interventi strutturali. Prolungare la misura del Governo Draghi, in scadenza alla fine dell’anno, che prevede la diminuzione del 2% del cuneo fiscale per i redditi dei lavoratori fino a 35.000 euro lordi annui, è un passo importante, ma non sufficiente. Bisogna accelerare almeno l’obiettivo della diminuzione di 5 punti promesso dalla Premier Giorgia Meloni. Su questo argomento vorrei fare una osservazione: se si invocano misure selettive e si bocciano quelle universali come la diminuzione delle accise sui carburanti che va a vantaggio dei ricchi e dei poveri, con un costo di 2 miliardi, lo stesso ragionamento deve valere anche per il cuneo fiscale”. Lo scrive Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e presidente Lavoro&Welfare. “Perché diminuire il costo del lavoro alle imprese del settore del petrolio che, in un anno, hanno aumentato gli utili del 180%, allo stesso modo delle imprese del distretto delle ceramiche di Sassuolo che sono costrette a chiudere i forni per il caro energia? Concludendo: la diminuzione del cuneo fiscale, a mio avviso, deve andare tutta a vantaggio delle buste paga al fine di compensare il caro bollette, mentre gli aiuti alle imprese devono essere selettivi. Per le imprese il vantaggio c’è comunque: con la diminuzione della pressione fiscale sulle retribuzioni entra più denaro nelle tasche dei lavoratori senza aumentare il costo del lavoro. È come rinnovare un contratto a costo zero”.
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