“Da ministro del Lavoro, nel 2007, sono stato il primo a introdurre i voucher: una scelta che rifarei, ma a partire dalle condizioni e dagli obiettivi della normativa dell’epoca”. Lo dice Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e consigliere Inail. “In primo luogo – spiega – i voucher erano riservati a studenti e pensionati ed escludevano tassativamente i lavoratori dipendenti. In secondo luogo, erano destinati solamente alla vendemmia. L’obiettivo era quello di far emergere lavoro che sarebbe stato, altrimenti, al nero. Nel 2008, primo anno di utilizzo, ne furono venduti 500.000, con piena soddisfazione di tutti. Poi, i governi di centrodestra stravolsero la normativa e i voucher furono utilizzati anche per il lavoro dipendente. Prima della loro abolizione eravamo passati, dagli iniziali 500.000, a 134 milioni di voucher venduti in un anno: una vera e propria sostituzione di lavoro dipendente in parte retribuito al nero attraverso la copertura dei buoni-lavoro. Nel tempo del lavoro sottopagato, precario e di scarsa qualità, e di fronte alla crescita di infortuni e malattie professionali, vorremmo evitare di ripetere questa esperienza”. “Il centrodestra deve chiarire se l’obiettivo è aumentare o diminuire il lavoro nero. I voucher estesi al lavoro dipendente dal centrodestra lo hanno fatto aumentare”.
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