C’è il rischio che, di qui a qualche mese, con la scadenza progressiva dei bonus sulle assunzioni avviate nel 2015, ci si possa trovare di fronte a un’ondata di licenziamenti senza precedenti. Un rischio che, se anche dovesse riguardare il 10% del milione e mezzo di assunti durante il 2015 a zero contributi, finirebbe per coinvolgere oltre 150mila persone.
Stiamo parlando di circa un milione e 579mila rapporti di lavoro con bonus, stipulati nel corso del 2015: circa 403mila derivanti da trasformazioni di contratti a tempo determinato, più di un milione come assunzioni ‘nuove’, anche se con una rilevante componente di ex cocopro e partite Iva. Un esercito di lavoratori sostanzialmente privi della copertura dell’articolo 18 e che, dunque, possono o potrebbero anche essere licenziati per motivi economici.
I sindacati hanno sottolineato l’esistenza di un rischio di questa portata. Un allarme che sarebbe suffragato dallo stretto nesso esistente tra assunzioni e sgravi, come dimostrerebbe quello che è accaduto con la fine degli incentivi: i nuovi contratti sono crollati e quelli avviati sono stati in larghissima maggioranza a termine. Il che confermerebbe il valore del bonus per i datori di lavoro. Senza contare che licenziare un lavoratore senza articolo 18 è oggettivamente più agevole rispetto al licenziamento di un lavoratore tutelato dalla vecchia norma.
Moreno Manzi