“L’offensiva di Confindustria contro il blocco dei licenziamenti ha una finalita’ chiara: non punta a adeguare l’occupazione all’attivita’ produttiva post pandemia, ma a sostituire lavoratori e lavoratrici 50-enni con giovani a prezzi scontanti e facilmente licenziabili grazie ai consistenti sgravi contributivi introdotti, minori salari e al Jobs Act”, ha spiegato ad Agorà Stefano Fassina, Deputato LeU.
“E’ la conseguenza inevitabile di un’impostazione sostenuta anche da larga parte della sinistra – ha proseguito – di contrapposizione generazionale e di genere sul terreno delle politiche per il lavoro. Abbiamo, invece, urgenza di politiche macroeconomiche per ampliare la torta dell’occupazione, non per redistribuire l’occupazione che c’e’. Il principio blariano ‘meno ai padri, piu’ ai figli’ ha aggravato disuguaglianze e sfruttamento del lavoro. La sinistra dovrebbe avere un’anima keynesiana, invece e’ finita da qualche decennio a ripetere la Legge di Say e il suo corollario liberista. Va prorogato il blocco dei licenziamenti e il connesso finanziamento alla Cassa Integrazione – ha concluso – almeno per i settori ancora in difficolta’, fino a quando la riforma degli ammortizzatori sociali sara’ operativa”.