Il governo non metterà a disposizione “una paccata di miliardi” se il sindacato dice no alla riforma del lavoro. Elsa Fornero, a margine di un appuntamento alla Farnesina, è molto chiara e fa capire di non voler cedere alle barricate della Triplice. La responsabile del Welfare ha ribadito l’impegno a trovare “risorse più adeguate”per fare in modo che gli ammortizzatori e il mercato del lavoro funzionino bene “se c’è un accordo più avanzato”, ma “se uno comincia col dire ‘no’ perché dovremmo mettere lì una paccata di miliardi e poi dire ‘voi diteci di sì? Non si fa così”. E se queste sono le premesse sarà dura per Governo e sindacati ridurre le distanze sulla riforma del mercato del lavoro.
“Mi risulterebbe molto difficile capire se i sindacati non si dichiarassero d’accordo con una riforma che lavora per l’inclusione e l’universalità degli ammortizzatori sociali”. Parole, queste, che fanno ben capire come il ministro del Lavoro sembri non aver molto gradito la reazione dei sindacati alla proposta sugli ammortizzatori sociali avanzata dal governo nel corso della trattativa con le parti sociali. Però, allo stesso tempo, non chiude la porta al dialogo. Anzi “confido che l’accordo ci sia – ha aggiunto – e lavoro per l’accordo. L’entità del cambiamento è tanta e posso capire che l’interpretazione di primo acchitto sia uno shock. Ma ritengo che la riforma sia una buona riforma”. I cardini sui quali si deve reggere la riforma del mercato del lavoro, secondo il pensiero della Fornero, devono essere “maggiore facilità in entrata e un pò più di facilità di uscita”. “E’ necessario smantellare le protezioni e i privilegi” che si sono accumulati nel corso degli anni, ha aggiunto il responsabile del Lavoro del governo Monti. Il messaggio che lancia ai sindacati è chiaro: non fate le barricate su temi di bandiera per cercare di annacquare una riforma del mercato del lavoro che deve stare ai passi con la continua evoluzione del sistema economico. Ma a sentire i sindacati, la trattativa non sarà tutta rose e fiori.
Da Trieste il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, mette i primi paletti alle parole del ministro del Welfare. “Il tavolo sulla riforma del lavoro salta se non sarà modificata la parte su mobilità e ammortizzatori sociali”. “Il Governo deve stare attento, perché dopo la vicenda delle pensioni, se salta anche questo tavolo c’é una cesura non facile”, ha avvertito il numero uno della Cisl.
Secca la risposta della Camusso. “Siamo di nuovo di fronte ad una riforma che non rappresenta una tutela per tutti ma anzi una riduzione della tutela esistente”.
Per il numero uno della Uil “il problema sta tutto nella volontà del Governo di mettere a disposizione risorse finanziarie necessarie per gli ammortizzatori sociali, così come accade negli altri Paesi europei”.