Lavoro, in Sicilia il 40% dei posti resta vacante

Lavoro: in Sicilia il 40% dei 301.190 posti offerti nel 2023 è rimasto  vacante, per il 15% le imprese hanno dovuto ricorrere a immigrati.

Lunedì allo Steri convegno per allineare istruzione-formazione e

imprese.

Midiri: “450 nostri studenti avviati in tirocini nelle imprese, speriamo

siano assunti”

In Sicilia tanti cercano un lavoro e tante  imprese cercano di assumere, ma domanda e offerta non riescono a  incontrarsi: quasi sempre la causa sta nella corsa delle imprese a  specializzarsi per competere, mentre il settore dell’istruzione e  formazione professionale non riesce a tenere il passo. Per provare a  mettere in linea i due mondi, la Fondazione nazionale Consulenti per il  lavoro, l’Università di Palermo, Sicindustria, la Consulta regionale dei  consulenti del lavoro della Sicilia e l’Ordine dei consulenti del lavoro  di Palermo organizzano per lunedì 18 marzo, alle ore 9, presso Palazzo  Steri, in piazza Marina, 1, a Palermo, un convegno dedicato  all’orientamento, sul tema “Favorire l’occupabilità e accompagnare i  giovani nelle transizioni”.

Con la moderazione di Vincenzo Silvestri, presidente della Fondazione consulenti per il lavoro, e dopo i saluti del Rettore, Massimo Midiri,  dell’assessora regionale al Lavoro, Nuccia Albano, del presidente della  Consulta regionale dei consulenti del lavoro, Maurizio Adamo, del  presidente regionale dell’Associazione nazionale consulenti del lavoro, Gaspare Patinella, e del presidente dei Consulenti del lavoro di  Palermo, Antonino Alessi, interverranno: Massimo Temussi, D.g. delle  Politiche del lavoro del Ministero del Lavoro; Maurizio Serafin, del  consorzio Pluriversum che si occupa di orientamento e dispersione  scolastica; Franco Amicucci, presidente di Skilla, che si occupa di formazione in e-learning; Enrico Limardo, direttore della Fondazione  consulenti per il lavoro; Cinzia Cerroni, delegata del Rettore al coordinamento del Centro orientamento e tutorato universitario; Ettore Foti, D.g. del dipartimento regionale Lavoro; Patrizia Caudullo, responsabile territoriale Sviluppo Lavoro Italia (ex Anpal Servizi); Ornella Campo, dirigente tecnico dell’Ufficio scolastico regionale; Luigi Rizzolo, presidente di Sicindustria; i segretari confederali regionali di Cgil, Cisl e Uil. Concluderà Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro.

Il Rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri, spiega: “Il divario tra istruzione-formazione e mercato del lavoro, in Sicilia come nel resto d’Italia, è un fatto innegabile, ma l’Università di Palermo già da due anni ha invertito la tendenza. Abbiamo stipulato accordi con oltre 3mila imprese siciliane e del resto d’Italia che, da un lato, intervengono nella definizione della nostra offerta formativa modulandola con elementi di vita pratica che interessano alle loro attività e, dall’altro lato, accettano di ospitare nostri studenti in tirocini curriculari pre-laurea di almeno quattro mesi, a nostre spese.

Abbiamo dedicato uno stanziamento di un milione di euro e quest’anno, il secondo, abbiamo avviato ben 450 studenti in tirocinio. Speriamo che si concludano con l’assunzione e anche nelle mansioni da loro auspicate”.

A misurare la distanza in Sicilia tra formazione e mondo del lavoro ci ha pensato il Bollettino annuale Excelsior realizzato da Unioncamere e Anpal. Nel 2023 le imprese siciliane che hanno provato ad assumere sono state il 59% del totale, rispetto al 57% del 2022, e hanno programmato 301.190 ingressi di personale, cioè 13.150 in più rispetto al 2022, e nel 28% degli annunci si ricercavano espressamente giovani. Ma il maggiore fabbisogno di dipendenti non si è tradotto in un significativo incremento dell’occupazione nell’Isola, perché la difficoltà di reperire candidati idonei è aumentata dal 35 al 40%: il 22% dei posti offerti non è stato coperto per mancanza di candidati, il 13,5% per preparazione  inadeguata e il 4% per altri motivi. Tant’è che nel 15% dei casi le imprese hanno dovuto fare ricorso all’assunzione di immigrati.

In dettaglio, si volevano assumere 54.830 operai specializzati, 34.390 professionisti tecnici, 18.900 dirigenti o appartenenti alle professioni intellettuali e scientifiche e con elevata specializzazione, 31.530 conduttori di impianti e operai di macchinari, 100.580 unità delle professioni qualificate nel commercio e nei servizi, 37.280 addetti  delle professioni non qualificate e 23.680 impiegati.

A livello provinciale, le richieste erano così ripartite: Trapani, 26.190; Palermo, 75.370; Messina, 41.700; Agrigento, 20.490; Caltanissetta, 14.890; Enna, 5.890; Catania, 67.750; Ragusa, 22.200; Siracusa, 25.980.

Occorre evidenziare che su 34.410 posizioni rivolte ai giovani fino a 29 anni, 18.680 sono rimaste vacanti (42% la media), con questi picchi: 76% di introvabili per meccanici artigianali, 75% per specialisti di scienze della vita, 68% per fonditori, saldatori e lattonieri, 68% per tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi, 60% per operai specializzati in installazioni e manutenzioni elettriche, 59% per operai specializzati nelle rifiniture delle costruzioni, 58% per tecnici  informatici e delle Tlc, 55% per operatori della cura estetica, 50% per addetti della ristorazione e 48% per operai edili specializzati.

I settori che più ricercano giovani sono stati commercio, servizi culturali e sportivi, turismo e ristorazione, sanità e costruzioni.

Quanto ai settori per l’intera collettività, l’offerta di lavoro riguardava 67.560 ingressi nel turismo e ristorazione, 47.740 nelle costruzioni, 46.530 nel commercio, 26.630 nella sanità e nei servizi

alla persona e 20.090 nei servizi di trasporto e logistica.

Il Bollettino Excelsior di Unioncamere e Anpal rileva che le professioni maggiormente richieste dalle imprese siciliane sono state: addetti alla ristorazione (52.520), addetti alle vendite (31.390), operai edili specializzati (25.370), addetti alle pulizie (23.490), conduttori di veicoli (19.800) e tecnici della salute (10.650).

Ma le prospettive offrono molti più spazi ai laureati (14,5%) soprattutto ad indirizzo economico, sanitario, ingegneristico, insegnamento-formazione, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, efficienza energetica; agli specializzati Its (0,5%), ai diplomati professionali (33,9%), purchè ci siano competenze certificate (35,7%) ed esperienza, che è richiesta nel 67% dei casi. Gli indirizzi di studio che offrono maggiori sbocchi lavorativi, ma che necessitano di un profondo adeguamento alle nuove esigenze del mondo del lavoro, secondo il Bollettino Excelsior, sono l’istruzione terziaria (15%, ma con il 43% di difficoltà per preparazione insufficiente), quella secondaria (67%, col 73% di difficoltà) e la scuola dell’obbligo (18%, col 63% di difficoltà). Nell’ambito dell’istruzione terziaria, la laurea è richiesta nel 96% dei casi, nel 90% con esperienza, e il 42% delle offerte resta senza risposta. Quanto agli Its Academy, il 73% richiede esperienza e non trova candidati il 63% delle volte.

Anche per l’istruzione secondaria superiore tecnico-professionale il 74% richiede esperienza e il 39% non trova risorse idonee; le richieste riguardano soprattutto amministrazione, finanza e marketing; turismo ed enogastronomia, sanità, ristorazione, edilizia e meccanica.

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