Lavoro, salario minimo 9 euro l’ora: Di Maio apre a Zingaretti

Mentre Giancarlo Giorgetti vola negli Usa   per ‘tranquillizzare’ gli investitori e marcare le distanze fra Lega e M5s, i pentastellati non stanno a guardare. Se Salvini può giocare su due fronti con l’eventuale alleanza di centrodestra con Berlusconi e la Meloni, il M5s prova ad aprire la politica dei due forni cercando sponda nel nuovo Pd di Zingaetti, teoricamente “de-renzizzato” come sempre auspicato dai grillini. Ed ecco dunque l’aperture-sfida a Zingaretti sul reddito minimo garantito.

A lanciare la sfida è il leader del M5S Luigi Di Maio, che rivolgendosi al governatore del Lazio auspica ampie convergenze parlamentari sul disegno di legge a prima firma Nunzia Catalfo. “Chi vuole fare gli interessi dei lavoratori non può tirarsi indietro. Il Movimento 5 Stelle è dalla loro parte”, scrive su Facebook il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, rimproverando alla sinistra di non aver mai affrontato la questione quando era al governo.

“Si tratta di una battaglia di civiltà – fa eco Francesco Silvestri, vicecapogruppo M5S alla Camera – e auspichiamo il massimo sostegno parlamentare. Penso che anche il neo segretario del Pd Nicola Zingaretti, a differenza dei suoi predecessori, sarà d’accordo con noi”. Un messaggio al leader dem arriva anche dal presidente dei senatori grillini Stefano Patuanelli: “La tutela della dignità dei lavoratori non ha colore politico, ma solo una base di buonsenso che, sicuramente, non sfuggirà a Zingaretti”.

 “I processi politici non si fanno con le furbizie”. Così il neo-segretario del Pd Nicola Zingaretti risponde a Luigi Di Maio, il quale ha chiesto al governatore del Lazio di appoggiare la proposta M5S sul salario minimo. “Sul salario minimo orario”, fa notare Debora Serracchiani, “esiste una proposta di legge del Partito democratico, già depositata fin dallo scorso luglio, molto precisa e dettagliata” firmata da Mauro Laus, quindi “se quella del M5S è una iniziativa legislativa seria e non la solita campagna propagandistica, troverà sempre pronto il Pd nella difesa degli interessi delle categorie più deboli”.

Intanto all’interno del gruppo parlamentare M5S ci si interroga sul tipo di interlocuzione da tenere con il nuovo Pd targato Zingaretti. “Dialogo con il nuovo segretario dem? Tutto è possibile”, dice la deputata Veronica Giannone. “Certamente – osserva il collega Giorgio Trizzino, interpellato dall’Adnkronos – il Pd ha dato un segno di riscatto, di questo bisogna tenerne conto. Un Pd diverso dal passato non può che aprire una stagione nuova” anche se la strada da percorrere, secondo il deputato siciliano, resta quella del contratto di governo che tiene uniti M5S e Lega. Non si sbilancia più di tanto la vicepresidente del Senato Paola Taverna con chi le chiede di Zingaretti: “Il salario minimo è un nostro obiettivo e chiunque decide di convergere, ben venga”.

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