Un confronto a tre voci sul futuro del Lazio in vista della scadenza del 12 e 13 febbraio prossimi quando si voterà per eleggere il nuovo presidente. Ad organizzarlo, l’Adnkronos che ha messo intorno allo stesso tavolo Francesco Rocca, candidato del centrodestra, Alessio D’Amato, in quota Pd-Terzo polo e Donatella Bianchi, che corre invece per il M5S. Tanti i temi sul tappeto: dal termovalorizzatore di Roma al trasporto pubblico, ai poteri della Capitale, all’ambiente, alla scuola, all’autonomia rafforzata. Non mancano, ovviamente, i temi più politici sottesi alla competizione. Come ha sottolineato Rocca, «c’è una volontà fortissima di cambiamento, una voglia di rinnovamento dopo dieci anni di immobilismo totale».
Un giudizio, quest’ultimo, contestato da D’Amato. «In questi anni – ha detto l’assessore uscente – abbiamo ridato dignità alla regione Lazio sia per quanto riguarda i temi del servizio sanitario sia per quel concerne il contrasto alla pandemia». Un quadretto fin troppo idilliaco, che non ha convinto la Bianchi. Che per tutta risposta ha puntato il dito contro il «l’inaccettabile turismo sanitario» che costringe i cittadini ad andare altrove per farsi curare. La sua ricetta? «Rendere complementari privato e pubblico». Ma i veri punti di scontro tra i candidati riguardano soprattutto i poteri di Roma capitale e il ciclo dei rifiuti, e quindi la realizzazione del termovalorizzatore.
Da Rocca è arrivato un doppio «sì». «Decisamente sì a più poteri per Roma e, se eletto alla guida del Lazio, il sindaco mi troverà come leale collaboratore», ha risposto il candidato del centrodestra, annunciando un «dialogo forte e basato sulle risposte da dare ai cittadini».
Quanto al termovalorizzatore, ha ricordato che va fatto: «È la chiusura del ciclo dei rifiuti». Ma, ha aggiunto, «non è la sola risposta, occorre anche investire sulla differenziata». Precisazione quanto mai opportuna, visto che su i questo specifico campo il Lazio «è scivolato al 18esimo posto sulla differenziata».
Contraria, invece, la Bianchi. «Dico no al termovalorizzatore, ma non per fanatismo», ha detto la candidata del M5S. A suo giudizio, il termovalorizzatore «è una struttura obsoleta che costringerà Roma a bruciare i suoi rifiuti per altri 30 anni». Sì, invece, a più poteri per Roma.