Ci ha provato in tutti i modi a restare. Ha combattuto con le unghie e con i denti contro un ruolo che le è stato assegnato senza che lei, come ha più volte ribadito, se ne rendesse nemmeno conto. Ma ieri Renata Polverini ha gettato la spugna. “Comunico solo stasera (ieri sera) ciò che avevo comunicato ieri alle 18 a Napolitano e alle 19.30 a palazzo Chigi a Monti e che ho atteso per comunicarlo a voi prima di incontrare i leader della coalizione che mi sostiene. Mi dimetto e la decisione è irrevocabile”. Come una furia poi, attacca “le pecore nere” dell’amministrazione: “Arriviamo qui puliti – ha sottolineato. La giunta ha operato bene e ha portato risultati importanti. Ora però interrompe la sua azione a causa di un Consiglio che non considero più degno. Questi signori li mando a casa io senza aspettare ulteriori sceneggiate, con questi malfattori io non ho nulla a che fare”. Sono loro ad aver bloccato “la mia azione riformatrice”, ed ora “ci saranno gravi ripercussioni sul paese: abbiamo fatto 5 miliardi di tagli perché lo volevamo e perché abbiamo avuto come effetto il dimezzamento del disavanzo sanitario portandolo a 700 milioni”. “Sono avvenute cose raccapriccianti – denuncia l’oramai ex presidente della Regione Lazio- ma i colpevoli siano puniti”.
Non sono serviti gli incoraggiamenti di Alfano e Berlusconi al far desistere la Polverini. Anzi forse sono state per lei più convincenti le accuse di Storace, arrivate nel pomeriggio di ieri: “Sono una banda di cacasotto che si è piegata alla propaganda”.
Ma l’attacco più pesante, anche se nascosto tra le righe, è arrivato dal cardinale Bagnasco:
“Che l’immoralità e il malaffare siano al centro come in periferia non è una consolazione”, spiega in mattinata ilcardinale, “ma un motivo di rafforzata indignazione, che la classe politica continua a sottovalutare. Ed e’ motivo di disagio e di rabbia per gli onesti”.
“Consiglio indegno”, ma ora basta “li mando a casa io”: Renata Polverini e’ una furia nella conferenza stampa in cui annuncia le proprie dimissioni”. Dimissioni e basta: “Ora sono piu’ serena”, annuncia alla fine. Polverini lascia la presidenza della Regione Lazio attaccando il consiglio regionale (“indegno”) e denunciando le “cose raccapriccianti” che sono avvenute. “I colpevoli siano puniti”, scandisce in una conferenza stampa al termine di una giornata convulsa, in cui ne’ Alfano, ne’ Berlusconi sono riusciti a farla desistere dal suo proposito. La decisione era gia’ stata comunicata, rivela lei stessa, a Napolitano e Monti nella giornata di ieri.
A spazzare il campo dagli ultimi dubbi, nel pomeriggio, una nota di Francesco Storace, che lasciava intendere tutto con una frase d’altri tempi: Queste invece le parole della dimissionaria, che lascia dopo una elezione travagliata e due anni e mezzo non scevri da polemiche: “Comunico solo stasera cio’ che avevo comunicato ieri alle 18 a Napolitano e alle 19.30 a palazzo Chigi a Monti e che ho atteso per comunicarlo a voi prima di incontrare i leader della coalizione che mi sostiene. La decisione e’ irrevocabile”.
Fa salti di gioia invece l’opposizione: per il Pd si è chiusa in questo modo una brutta pagina, per l’Udc (che ha abbandonato la maggioranza nel Lazio in serata), è necessario andare al voto, non solo a livello locale.
Grande solidarietà alla Polverini, arriva invece dal Pdl: “Renata Polverini ha compiuto una scelta di grande dignità e di grande responsabilità , nonostante lei non abbia compiuto alcun atto né immorale nè illegale e anzi abbia impresso un accelerazione al percorso di riforma della Regione Lazio. Ha sfiduciato un Consiglio regionale che mai avrebbe potuto assicurarle la prosecuzione nel cammino intrapreso e che, in alcune sue mortificanti individualita’, aveva tinteggiato la politica del peggiore colore possibile”, dichiara il segretario nazionale del partito, Angelino Alfano.