Analisi precisa e puntuale della situazione economico-finanziaria d’Italia, in cui le Banche, rischiando capitali non propri, operando sempre più speculazioni finanziarie senza controllo, chiedendo, nei momenti di crisi, “la socializzazione delle perdite” ai governi di turno, hanno ormai acquisito un potere enorme e all’apparenza intoccabile. L’Italia paga la perdita della sovranità monetaria, avvenuta all’indomani della privatizzazione della Banca d’Italia, perdita confermata dall’adesione al SEBC e alla BCE. Il senatore Domenico Scilipoti, autore del saggio, leader di un “nuovo meridionalismo”, combatte questo stato di cose, denunciando, proponendo, opponendosi con forza e rigore a un autoritarismo bancario ormai legalizzato. Abbiamo scambiato alcune considerazioni con il senatore Scilipoti che riguardo al tema del libro pubblicato ci dice: “Nell’alveo della grave crisi economica che i popoli europei stanno attraversando, si staglia nitidamente una questione di indiscussa importanza e chi, come me, ha fervidamente a cuore le sorti del proprio paese non può non rilevare, analizzare e tentare di risolvere. Una semplice domanda è utile a scoprire le carte: la sovranità monetaria dello Stato Italiano, legata anche al costo di produzione ed emissione della moneta, perché non viene restituita alla Nazione? Perché il reddito da essa prodotto non rientra, magari anche attraverso percorsi articolati, nelle casse del nostro Paese? Tale evenienza rappresenterebbe un’opportunità per le nostre finanze, una risorsa che seppur non sufficiente a coprire in modo esaustivo le attuali insufficienze economiche, contribuirebbe positivamente ad alleggerire lo stato di crisi e precarietà che quotidianamente viviamo. È sulla scorta di tali riflessioni che muove l’azione legislativa da me portata avanti e che mi accingo ad illustrare. L’Italia deve riappropriarsi della propria sovranità monetaria, privilegio questo strappatole già nel 1992 con la privatizzazione della Banca d’Italia e ulteriormente messo in discussione con l’adesione indiscriminata al SEBC e alla BCE.
L’Italia, riconquistando questo ruolo e in un’ottica di reale tensione allo sviluppo, dovrà inoltre e soprattutto dare voce alle vere categorie produttive del Paese, contribuendo così a definire il percorso di rinascita che la nostra terra attende e merita.” Domenico Isgrò Scilipoti è nato a Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, nel 1957, laureatosi in Medicina e Chirurgia, specializzato in Ginecologia e Ostetricia, diplomatosi in Colposcopia, Oncologia Clinica e Fisiopatologia cervico-vaginale, Agopuntura Moxibustione e Fitoterapia. Dal 1983 al 1998 assume la carica di consigliere comunale per il Partito Socialdemocratico; nel 1986 quella di Vicesindaco e nel 1998, per un breve periodo, assume la carica di Assessore al Bilancio e alle Finanze nel Comune di Terme Vigliatore. Eletto alla Camera dei Deputati nell’aprile 2008, rieletto al Senato della Repubblica nel marzo 2013. È membro del Gruppo Forza Italia. Già componente della Commissione Permanente Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici alla Camera dei Deputati della XVI Legislatura; attuale membro della Delegazione Italiana presso l’Assemblea Parlamentare della nato, Commissione Scienza e Tecnologia (STC) e sottocommissione Sicurezza Energetica ed Ambientale (STCEES), componente della XII Commissione Permanente (Igiene e Sanità) del Senato della Repubblica, nonché Segretario Politico del Movimento di Responsabilità Nazionale.