E’ singolare che in una Repubblica, come quella italiana, vissuta sin dalla sua nascita grazie ad accordi di governo le forze politiche non riescano a trovare un accordo. Il ritorno ad un sistema elettorale in gran parte fondato sul proporzionale non agevola e né favorisce l’accordo. Né lo ha agevolato una campagna elettorale fatta di accuse e di insulti. Eppure di un’intesa c’è bisogno perché il Paese l’attende ed incomincia a spazientirsi, perché il Parlamento è fermo in attesa della formazione del governo; perché risentono di questo stallo anche gli enti locali, comuni e regioni, L’accordo nel Parlamento è condizione necessaria perché la nomina del Presidente del Consiglio da Parte del Quirinale, diventi efficace. In italia abbiamo avuto molte esperienze di governi di carattere provvisorio chiamati variamente, di traghettamento, di decantazione, balneari, a tempo ecc, per sottolinearne ora la breve durata, ora il carattere provvisorio, ora per sottolineare il fatto che non avessero piena fiducia in Parlamento. Dal dopo De Gasperi passando per Andreotti fino a Monti si sono verificate situazioni e circostanze che richiedevano la formazione di governi di breve durata nell’interesse del Paese. Tutti questi governi ebbero la fiducia dal Parlamento e non ne diminuì la loro importanza. Pur se temporanei, a questi governi forze politiche opposte hanno sentito il dovere di collaborare. Così facendo hanno consentito il rafforzamento della democrazia. La Costituzione sancisce che il Presidente della Repubblica nomini il Presidente del Consiglio dei Ministri e su proposta di questo nomina i ministri. Poi tutti membri del governo, dopo aver giurato nelle mani del Capo dello Stato, si presentano alle Camere per ricevere la fiducia che viene votata mediante mozione e per appello nominale. Quindi il Presidente della Repubblica deve assicurarsi che il governo che intende nominare, sia in grado di avere la fiducia in Parlamento. Le forze politiche che dopo il 4 marzo si sono ritrovate in Parlamento, ritengo che non si siano ancora rese conto che la campagna elettorale è finita 60 giorni or sono. Oggi è tempo che si misurino per cercare un dialogo serio e trovare un accordo in Parlamento e non più per la loro capacità di cercare consensi elettorali.
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