Marcucci va giù pesante. E fa le pulci a Letta, con il quale ha il dente ancora avvelenato per il licenziamento da capogruppo in Senato. ‘Qualche errorino lo sta facendo’, dice del suo segretario: ‘Gli do un 6 di incoraggiamento. E mi sono sforzato’. L’unico merito di Letta, sostanzialmente bocciato, è quello di essersi imbarcato nell’avventura di guidare il partito che ha sfiduciato Zingaretti. E che non trova pace.
‘La cosa che ha fatto che mi piace di più è aver accettato l’incarico. Non era scontato. È venuto a fare una cosa complicata. La più brutta – e non è di poco conto – riguarda la svolta politica che l’ex premier spodestato da Renzi vorrebbe imprimere. E rischia un salto all’indietro . Che si vuole spostare, posizionare non tanto a sinistra, su alcuni temi. Ma a sinistra non c’è un grande corpo elettorale da recuperare. Il Pd è quella dello nascita, socialismo democratico, cattolicesimo democratico e liberismo democratico laico’. Parole indigeste, quelle dell’ex capogruppo a Palazzo Madama.
L’idea di Letta, annunciata con gran fanfara, si conferma un boomerang. Inopportuna, confusa e fuori contesto anche per la sinistra. Aumentare le tasse oggi è un atto di masochismo, si fa notare. Tra i primi a freddare la baldanza di Letta è stato il ministro dell’Economica Franco. E se Renzi demolisce la proposta, il premier non gli lascia chance: ‘Caro Letta ora è il momento di dare ai cittadini non di continuare a prendere’.
Dalle colonne dell’Espresso Letta si difende e contrattacca. ‘Una larga parte dello spettro politico ha messo in scena rispetto alla mia proposta il trionfo del benaltrismo. Potrei elencare almeno dieci ‘serve ben altro’, dice leader dem: ‘Succede quando si tocca la rendita. Perché la tassa di successione per i più ricchi è la rendita. Fu il governo Berlusconi a toglierla, c’è nella stragrande maggioranza dei paesi europei. Parlarne non significa attaccare quanto è stato costruito con il sudore della fronte. Ma al contrario chiedere a chi eredita senza sudore beni milionari un contributo per i giovani che non hanno nulla’.
Divertente la cosa che Enrico Letta non ha difficoltà a promuovere le sue idee balzane in una tv di stato. Si parla di Rai Tre, e di Fabio Fazio e dell’ennesimo invito a Enrico Letta a ‘Che tempo che fa’. Questa realtà ha suscitato l’ironia di Guido Crosetto: ‘È stato più volte da Fazio a ‘Che tempo che fa’ Enrico Letta, nei due mesi da segretario del Pd, che Giorgia Meloni negli ultimi 8 anni da Presidente di FdI. Con dati così dovrebbe spostarsi su La7′, ha scritto Crosetto su Twitter, concludendo il post con le emoticon che si sbellicano dalle risate.