A Rodia è nato e cresciuto, e di Rodia conosce sia ogni centimetro che la storia con la esse maiuscola. Antonio Piraino, che ha lavorato presso l’Ufficio Ragioneria del Comune di Messina dagli anni ’60 ai ’90, a partire dal 2014 ha iniziato a scrivere alle istituzioni per denunciare i problemi di viabilità del borgo.
A preoccupare Piraino, e numerosi altri tra residenti e villeggianti, sono le dimensioni della strada che permette di lasciare Rodia collegando il lungomare e la strada statale 113. Tale strada, detta “vinedda” nel borgo, è larga appena due metri e ottanta, e i pedoni, in caso di contestuale passaggio di automobili, sono costretti ad appiattirsi contro le pareti delle case. Naturalmente la situazione si complica ulteriormente per le carrozzelle, da un lato, e i mezzi pesanti dall’altro.
La soluzione proposta
Per risolvere il problema di viabilità di Rodia, Antonio Piraino chiede al Comune di verificare la legittimità dei cancelli dei vari complessi edificati a partire dagli anni ’80. Secondo l’uomo, infatti, “con tali cancelli sono state privatizzate, in via di fatto, strade di diritto pubblico, che dovrebbe invece gestire il Comune”.
Risale al gennaio del 2014 la prima lettera di Piraino, indirizzata al Sindaco di Messina (all’epoca Renato Accorinti), al Prefetto e al Presidente della Regione Rosario Crocetta. Non avendo ottenuto risposta, nel corso degli anni ha scritto nuovamente, sia a Cateno De Luca che a Nello Musumeci, fino a rivolgersi direttamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Tra impegno civico e amore
Dalle lettere di Piraino, che per ovvi motivi di spazio non possiamo pubblicare integralmente, traspare tanto sentimento che l’autore potrebbe essere il Florentino Ariza protagonista de L’amore ai tempi del colera di Gabriel García Márquez.
Tra le questioni logistiche e amministrative, Piraino apre digressioni che vanno dal fascino dei tramonti (“credo che uguali se ne possano vedere al mondo, ma non più belli”) alla Rodia pre-anni ’70, quando si producevano ogni specie di agrumi e tanti altri frutti, che prendevano dal tepore del mare un sapore diverso dal solito, e il mare era tanto pescoso che le reti rischiavano di spezzarsi per il carico.
Piraino si spinge addirittura fino a più di un secolo e mezzo fa, citando il racconto dei propri nonni relativo al passaggio di Garibaldi e del suo esercito intento a spostarsi da Messina e Milazzo, dove avvenne la celebre battaglia del 1860, attraverso la costa.
Una lezione da tenere a mente
Possiamo immaginare che all’inizio della prossima estate la viabilità di Rodia non sarà cambiata. Pedoni, ciclisti e automobilisti probabilmente continueranno a dividersi i due metri e ottanta della strada chiamata “vinedda”.
Ma le lettere di Piraino, anche se continuassero a non ricevere risposta, ci ricordano che la tutela di tutti i luoghi del nostro territorio andrebbe svolta in ogni momento dell’anno, anche quando l’estate è lontana, e soprattutto andrebbe svolta da ognuno di noi.