Le ragioni del territorio (o di una poltrona)

Caso Campania, quattro presidenti di Provincia su cinque hanno un doppio incarico, ma solo fino al prossimo 29 Ottobre. Entro quella data infatti dovrà dimettersi chi è in (presunta) corsa alle politiche del 2013 pena l’ineleggibilità. Presidenti e sindaci di Comuni con più di ventimila abitanti, per l’esattezza. E la Campania non è certo un caso isolato. Negli ultimi giorni e con motivazioni diverse, dopo le dimissioni del presidente della Provincia di Rieti, Fabio Melilli, è stata la volta ad esempio del presidente della provincia di Asti Maria Teresa Armosino (Pdl) e di quello di Biella Roberto Simonetti (Lega Nord). Province che peraltro potrebbero essere accorpate, Asti con Alessandria e Biella con Novara o Vercelli. E mentre il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, ha spiegato di aver deciso di lasciare perché i tagli imposti dalla spending review del governo rendono “estremamente difficile, se non addirittura impossibile” amministrare l’ente, c’è chi sfoglia i petali di una margherita (lascio – non lascio) come il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, che alla fine rinuncerebbe alle dimissioni per onorare fino in fondo il “patto con i cittadini”. Resta ad amministrare la sua provincia il presidente torinese Antonio Saitta, perché “sono troppe le difficoltà da fronteggiare” o per evitare un “vero e proprio attacco alle autonomie locali”. Un fenomeno di desertificazione degli enti che l’onorevole Marco Pugliese, parlamentare di Grande Sud ed esponente di un territorio che vive lo stesso “abbandono”, sottolinea con una nota. “In queste ore si assiste ad un vero e proprio fuggi-fuggi dei Presidenti di Provincia che, attraverso mozioni di sfiducia nei consigli provinciali o presentazioni di dimissioni, si affannano a dare ognuno una spiegazione politica della propria scelta che, se da un lato può apparire come un modo per dar voce alle istanze del territorio nelle Aule parlamentari, dall’altro fa pensare ad una frettolosa rincorsa per un salvagente piuttosto che ricoprire un ruolo fin troppo precario. Delle due l’una – aggiunge il Parlamentare – anche se, proprio in questo delicato momento in cui si discute di “riordino delle Province” e di “Spending Review”, questi “politici”, così come fece il comandate della Costa Concordia Schettino, sono pronti ad abbandonare la nave che affonda, mancando totalmente di rispetto alle Istituzioni e agli elettori che attraverso il voto hanno scelto loro per essere governati.”

Sarà che il rischio accorpamento delle Province e i pesanti tagli per quelle che resteranno rendono meno conveniente o più difficile il ruolo di amministratore dell’ente Provincia? Oppure la corsa alle elezioni politiche del 2013 il reale incentivo agli addii di oggi e di quelli che probabilmente si aggiungeranno fino al 29 ottobre? Un modo per sostenere le ragioni del territorio dalle aule parlamentari, sostengono alcuni. Una poltrona sicura a Roma più a lungo, sostengono altri.

 

Sabrina Iadarola

 

Circa admin

Riprova

Sondaggio: Fratelli d’Italia al 29,6%, Partito Democratico stabile al 22,7%. Movimento 5 Stelle cede terreno al 10,6%

Secondo l’ultimo sondaggio, Fratelli d’Italia si conferma la prima forza politica italiana con un consenso …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com