Intervistato da Repubblica, l’ex presidente del Consiglio ha infatti dichiarato che “l’Italia deve combattere quegli stereotipi che circolano in alcuni Paesi del Nord Europa, secondo cui non si preoccuperebbe delle generazioni future e vorrebbe scaricare i suoi oneri su altri partner comunitari”. L’Italia, insomma, deve rigare dritto, non tollerando l’evasione fiscale, evitando condoni, e muovendosi verso una tassazione proporzionale. Le recenti affermazioni di Crosetto non sono piaciute a Monti, ex Commissario europeo.
L’indipendenza di una Banca centrale, afferma Monti, riduce il rischio di scaricare i costi presenti sulle generazioni future, attraverso l’inflazione e disavanzi pubblici. La Banca centrale europea “è indipendente dai governi, ma ha una accountability democratica, esercitata dall’unico organo della Ue direttamente eletto. Infatti i vertici della Bce riferiscono regolarmente al Parlamento europeo, che ha anche un ruolo nella loro nomina”.
Il governo italiano, aggiunge Monti, ha facoltà di invitare la presidente della Bce Christine Lagarde per un intervento, tenendo però presente che “la Bce deve pensare all’interesse comune dell’intera zona euro, non a questo o quel singolo Paese. E vi sono tensioni quasi permanenti”.
Quindi, al ministro Crosetto: “Ci sono casi in cui il silenzio è più utile. Pochi sanno, ad esempio, che la faticosa soluzione della crisi finanziaria di dieci anni fa iniziò proprio con una posizione comune dei tre maggiori Paesi che, rompendo con il passato, si imposero un silenzio simmetrico. Se l’obiettivo di certe dichiarazioni è evitare un rialzo dei tassi, esse non avranno seguito reale’.
Nelle sue ultime dichiarazioni, il ministro della Difesa ha chiesto alla Bce di riprendere ad acquistare i titoli dello Stato italiano, così da non aggravare le condizioni economiche del Paese. Secondo Mario Monti, tuttavia, ciò non sarebbe coerente con una politica monetaria restrittiva. “Il ritmo di creazione della moneta è stato enorme negli anni del Quantitative Easing e se una Banca centrale compra titoli di Stato lo fa mettendo in circolo moneta e quindi aumentandone la quantità. Non è vero che tutta l’inflazione europea derivi dalla guerra in Ucraina, c’erano già i presupposti per creare inflazione nella politica monetaria espansiva degli scorsi anni. precisa. Non si può chiedere troppo alla Banca centrale. Con il Quantitative Easing, cominciato nel 2015 e finito forse troppo tardi, ha distribuito dosi ingenti di analgesico che hanno avuto effetti sui governi ma anche sulle parti sociali e hanno reso molto meno cogente fare riforme strutturali’.