Le Sardine, “In Italia c’è una rivolta pacifica. Noi liberi di non essere un partito”

Le Sardine tornano a farsi sentire con una lettere indirizzata a la Repubblica nella quale i vertici del movimento hanno espresso le loro intenzioni e i loro progetti per il futuro. La lettere delle Sardine a Repubblica: “Il 14 novembre eravamo quattro trentenni come ce ne sono tanti in Italia”

Nella prima parte della lettera a Repubblica, i vertici delle Sardine hanno ripercorso la nascita del movimento e l’impresa di piazza Maggiore, gremita di manifestanti. “Il 14 novembre eravamo quattro trentenni come ce ne sono tanti in Italia. Roberto in ufficio, Giulia in ambulatorio, Mattia in palestra, Andrea in piazza a farsi carico delle questioni logistiche. Ma non dovresti essere qui, dovresti essere in piazza a preparare per stasera,  ci veniva detto da clienti, pazienti, mamme e colleghi. Dopo poche ore piazza Maggiore sarebbe stata strabordante di Sardine. In una misura che nessuno prevedeva, tantomeno noi. Nella notte, le foto di quella piazza avrebbero fatto il giro del mondo. La mattina seguente le Sardine erano già un fenomeno mediatico di portata internazionale, ma noi non lo sapevamo”.

Ripercorrendo l’evoluzione del movimento delle Sardine era inevitabile menzionare la tappa romana, con piazza San Giovanni che ha accolto manifestanti provenienti da tutta Italia e centinaia di telecamere. “Il 14 dicembre eravamo quattro trentenni come ce ne sono tanti in Italia, solo con tante ore di sonno perse. Dopo piazza San Giovanni era tempo di fare due calcoli. In 30 giorni si erano riempite 92 piazze in tutta Italia, a cui si sono aggiunte 24 piazze estere, europee e statunitensi. Circa mezzo milione di persone sono uscite di casa, al freddo e sotto la pioggia, per dire che la loro idea di società non rispecchiava per nulla quella presentata dall’attuale destra italiana, quella stessa destra che non perde occasione per affermare di avere il popolo dalla sua parte”.

 Nell’ultima parte della lettera i quattro padri delle Sardine hanno parlato del presente e del futuro. “L’Italia è nel mezzo di una rivolta popolare pacifica che non ha precedenti negli ultimi decenni. La forma stessa di un partito sarebbe un oltraggio a ciò che è stato e che potrebbe essere. E non perché i partiti siano sbagliati, ma perché veniamo da una pentola e non è lì che vogliamo tornare. Chiedere che cornice dare a una rivolta è come mettere confini al mare. L’unica certezza che abbiamo è che siamo stati sdraiati per troppo tempo”.

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