E’ partito da via Cavour il corteo delle tute blu della Cgil che chiedono ‘democrazia al lavoro’ come recita lo striscione che apre la sfilata. I metalmeccanici della Fiom scioperano oggi otto ore per dire ‘no’ alle scelte della Fiat, per difendere i diritti e l’art.18. “Via il governo di banche e Confindustria per un governo dei lavoratori”, “Giù le mani dall’art.18”, “No alla Padania padrona”, sono alcuni slogan che si leggono su alcuni cartelli issati dai manifestanti che anche di “estendere l’occupazione, garantire reddito e cittadinanza e di riconquistare il contratto a partire dalla Fiat”.
Il corteo giungerà a San Giovanni dove si terranno i comizi conclusivi. Alla manifestazione partecipano delegazioni di studenti, della sinistra radicale e esponenti dei ‘No Tav’. Proprio la presenza dei ‘No Tav’ e, in particolare, la scelta della Fiom di far parlare dal palco un loro rappresentante ha indotto il Pd a disertare la manifestazione. Una assenza che fa rumore e potrebbe creare non pochi problemi al partito di Bersani. E il leader della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, avvisa senza giri di parole il Partito Democratico. “Se le forze politiche che si richiamano a sinistra sono in grado di recuperare una rappresentanza del lavoro non può che far bene, perché preoccupa, in questa fase, la distanza che si sta creando tra le gente comune e la politica in quanto tale, perché la gente comune non si sente rappresentata”. Ma è soprattutto all’ad della Fiat, Sergio Marchionne, che si rivolge il capo della Fiom. “Si renda disponibile a riaprire una trattativa vera, come non ha fatto in quest’anno e mezzo, e a fare degli investimenti concreti per lavorare in Italia”, è l’appello di Landini.
Per il numero uno delle tute blu della Cgil il Lingotto deve “garantire le libertà sindacali. L’idea che le aziende funzionino impedendo ai lavoratori di scegliere il sindacato che vogliono, non e’ utile. La Fiat dovrebbe smettere di avere un atteggiamento autoritario verso i lavoratori. Non assumere chi è iscritto alla Fiom di Pomigliano o impedire ai tre lavoratori di Melfi di rientrare in fabbrica è una logica sbagliata che non porta da nessuna parte”.
“Mi auguro sia possibile trovare un accordo” sulla riforma del mercato del lavoro “e la manifestazione di oggi dice proprio che accordo vogliamo: noi chiediamo al governo che tolga dal tavolo l’articolo 18”, continua il leader della Fiom aprendo il corteo dei metalmeccanici. “Non è facilitando i licenziamenti che si risolve il problema. C’é, invece, il problema della riforma degli ammortizzatori sociali e significa estendere la Cig a tutti facendo pagare le imprese che oggi non pagano”, conclude Landini.